mercoledì, Marzo 26, 2025
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Tumore alla prostata, nuova speranza per curarlo

I risultati di un’importante ricerca dell’Istituto Europeo di Oncologia (IEO), recentemente pubblicati sulla prestigiosa rivista The Lancet Oncology, aprono nuove prospettive per il trattamento del tumore alla prostata. Lo studio dimostra che la combinazione di una breve terapia ormonale con la radioterapia stereotassica può raddoppiare la sopravvivenza senza progressione della malattia nei pazienti con oligometastasi, ovvero quando il tumore si ripresenta con poche metastasi dopo un trattamento iniziale.

Un traguardo raggiunto grazie alla ricerca italiana

La ricerca, sostenuta da Fondazione AIRC per la Ricerca sul Cancro, è stata coordinata dalla prof.ssa Barbara Alicja Jereczek-Fossa, Direttrice della Divisione di Radioterapia dell’IEO e Professore Ordinario all’Università degli Studi di Milano, insieme alla dott.ssa Giulia Marvaso, radioterapista oncologa e prima autrice dello studio.

Lo studio, denominato RADIOSA, ha coinvolto 102 pazienti con carcinoma prostatico oligometastatico, con un’età media di 70 anni, suddivisi in due gruppi. Un primo gruppo è stato trattato esclusivamente con radioterapia stereotassica, mentre il secondo ha ricevuto anche una breve terapia ormonale. I risultati sono stati sorprendenti: i pazienti del secondo gruppo hanno ottenuto una sopravvivenza libera da progressione della malattia di 32 mesi, rispetto ai 15 mesi del primo gruppo.

Un cambio di paradigma nella cura del tumore metastatico

“I risultati di RADIOSA rappresentano un significativo passo avanti nel trattamento più preciso e mirato del carcinoma prostatico oligometastatico, evidenziando l’importanza delle strategie combinate per migliorare i risultati clinici e la qualità della vita dei pazienti” sottolinea la prof.ssa Jereczek. “I dati raccolti, se confermati in studi più ampi, potrebbero contribuire a un cambio di paradigma nella gestione della neoplasia metastatica da carcinoma prostatico”.

Questo studio dimostra che l’uso di terapie ormonali brevi e intermittenti, in associazione con la radioterapia stereotassica, potrebbe sostituire le attuali terapie farmacologiche continuative, finora considerate lo standard per la malattia metastatica.

Radioterapia stereotassica: un trattamento innovativo e meno invasivo

“La radioterapia stereotassica, nota anche come radiochirurgia o radioablazione, sta rivoluzionando i percorsi terapeutici nella gestione della malattia metastatica” spiega la prof.ssa Jereczek. “Questo trattamento non invasivo, eseguibile in regime ambulatoriale e compatibile con le normali attività quotidiane, rappresenta una svolta per molti pazienti”.

Per alcuni, la radiochirurgia può addirittura sostituire la terapia farmacologica, offrendo una “vacanza dai farmaci”. Per altri, già in trattamento farmacologico, consente di mantenere sotto controllo la malattia trattando solo le metastasi attive. Sempre più spesso, la combinazione di radioterapia e farmaci sta emergendo come nuova strategia terapeutica, migliorando sia la qualità della vita sia l’efficacia complessiva delle cure.

Uno studio multidisciplinare per una visione completa

Il progetto RADIOSA non si è limitato all’efficacia terapeutica, ma ha incluso anche altri obiettivi fondamentali. L’analisi della qualità della vita è stata coordinata dalla prof.ssa Gabriella Pravettoni, mentre lo studio delle immagini radiologiche è stato curato dal prof. Giuseppe Petralia e dall’ing. Maria Giulia Vincini. Infine, le analisi molecolari sono state condotte dal prof. Nicola Fusco, con il supporto del dott. Mattia Zaffaroni.

Questi approfondimenti hanno reso la ricerca ancora più completa, offrendo un quadro chiaro dell’impatto clinico e psicologico del trattamento sui pazienti.

Verso un futuro in cui le metastasi possono essere curate

“La pubblicazione su The Lancet Oncology è un riconoscimento importante per il lavoro svolto dall’IEO, che da sempre punta all’innovazione e al miglioramento della qualità della vita dei pazienti con tumori metastatici” afferma il prof. Roberto Orecchia, Direttore Scientifico dell’IEO.

Lo studio RADIOSA conferma che la gestione del tumore metastatico sta cambiando. Non si tratta più solo di allungare la sopravvivenza, ma di garantire una qualità di vita migliore ai pazienti. “Oggi non c’è differenza tra il trattamento di un tumore primario e quello di un tumore secondario. Il nostro obiettivo, per alcune neoplasie come quella prostatica, è arrivare a considerare la guarigione delle metastasi un traguardo possibile” conclude il prof. Orecchia.

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