Le statistiche parlano chiaro: negli ultimi 20 anni, il numero delle coppie sposate è diminuito, mentre sta aumentando in maniera inversamente proporzionale quello dei single.

Il mondo sta cambiando, così come il modo di concepire la famiglia. Oggi è possibile costruirla non solo attraverso un’unione matrimoniale, ma anche con una comunione di vita materiale e spirituale.

Il bacio della buonanotte

Accade sempre più spesso di imbattersi in coppie non sposate, che convivono o omosessuali. Proprio per questo motivo, nel 2016 in Italia è entrata in vigore la celebre Legge Cirinnà, con la quale sono state introdotti le unioni civili e il contratto di convivenza. Qui di seguito l’avvocato Vania Molini (del team formazioneinfanzia.it di Mustela) ci spiegherà in cosa consiste tale provvedimento

La legge per le unioni civili

Simili al matrimonio ma non del tutto sovrapponibili, le unioni civili vedono «due persone maggiorenni che hanno reso apposita dichiarazione di fronte all’ufficiale di stato civile, in presenza di due testimoni» spiega la Dott.ssa Molini. La differenza sostanziale con i matrimoni è rintracciabile nella mancanza del dovere di fedeltà. Quanto allo scioglimento, è invece prevista un’a ipotesi di divorzio.

Il contratto di convivenza – detto anche convivenza di fatto o more uxorio – è formato da «due persone maggiorenni, dello stesso o diverso sesso, unite da un legame affettivo di coppia e di reciproca assistenza morale e materiale». L’avvocato Molini, inoltre, sottolinea altresì come, dunque, la convivenza di fatto consista, nel concreto, in una coppia che decide di rendere giuridicamente rilevante la propria unione con un contratto di convivenza. Tutto ciò non va confuso con la definizione di “coppia di fatto”, la quale identifica piuttosto una coppia formata da due persone che hanno deciso di convivere senza sposarsi e senza dichiarare la loro convivenza attraverso una registrazione in Comune.

I dati

Oggi i conviventi che decidono di rendere giuridicamente rilevante il proprio legame affettivo mediante un contratto di convivenza godono di una parte dei diritti riconosciuti alle coppie sposate. I bambini nati all’interno di questi rapporti, inoltre, sono pienamente tutelati.

Ma come sono composte le famiglie italiane? Nel nostro Paese ci sono 25,6 milioni di famiglie, di cui circa 8,5 milioni di famiglie unipersonali (i single, ndr) e 17,1 milioni di nuclei familiari di almeno due persone. Tra le famiglie con almeno due persone – single esclusi, dunque – i nuclei senza figli sono 5,3 milioni, il 31,5 per cento del totale. Sono, poi, 11,6 milioni le famiglie con figli, di cui 8,6 milioni di coppie e 3 milioni di famiglie monogenitoriali, quindi con un solo genitore con figli.