Si festeggia da ormai 15 anni ed è una ricorrenza attesissima in tutto il mondo. Ancora oggi, nel XXI secolo, però, purtroppo i diritti di chi strenuamente lotta ogni giorno per la propria autodeterminazione non vengono rispettati sempre o ovunque. Parliamo della Giornata internazionale contro l’omofobia, la bifobia e la transfobia.
Si tratta di una manifestazione promossa e riconosciuta dall’Unione europea e dalle Nazioni Unite, festeggiata ogni anno il 17 maggio. Una data certamente non casuale.
Alle origini
Il 17 maggio 1990 è una data storica per il mondo LGBTQ+, poiché coincide con il giorno in cui l’OMS (Organizzazione Mondiale della Sanità) rimuoveva l’omosessualità dalla lista delle malattie mentali nella classificazione internazionale delle malattie. Quel giorno venne determinato come non esista alcuna “patologia” o “devianza” alla base dell’omosessualità: l’orientamento sessuale è una questione personale, identitaria. Nulla di più, nulla di meno
Per queste ragioni, dal 2007 ogni anno in Europa (a seguito di una delibera del Parlamento Europeo) il 17 maggio si celebra la Giornata internazionale contro l’omofobia, la bifobia e la transfobia, momento di riflessione come di azione, i cui lottare per i diritti della comunità LGBTQ+ e denunciare soprusi e ogni violenza fisica, morale o simbolica legata all’orientamento sessuale.
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