Il 25 giugno si celebra la Giornata mondiale della vitiligine, una malattia della pelle di origine ancora sconosciuta, probabilmente autoimmune.
Questa data non è casuale: il primo World Vitiligo Day, infatti, celebrato nel 2011 per ricordare Michael Jackson, celebre cantante malato di vitiligine a partire dagli anni Ottanta fino alla sua morte, avvenuta, per l’appunto, il 25 giugno 2009.
La patologia
Stando a quanto emerso dagli studi, la vitiligine sembrerebbe causata da una reazione eccessiva del sistema immunitario, che attacca, per errore, le cellule produttrici della melanina (i melanociti), particolare pigmento che determina il colore naturale della pelle, causando, così, la depigmentazione, vale a dire la presenza di macchie bianche ben circoscritte.
Come riportato anche sul sito dell’ISS, la vitiligine non è dolorosa, contagiosa o pericolosa per la salute. Ha un andamento rapido e può colpire qualsiasi area della pelle, anche se si verifica più comunemente sul viso, sul collo, sulle mani e nelle pieghe cutanee. Colpisce circa l’1% della popolazione mondiale, senza differenze di sesso o di etnia, e si verifica più frequentemente dopo i vent’anni di età, sebbene possa presentarsi in ogni momento della vita.
Cosa sapere sulla malattia
In caso di vitiligine, le aree di pelle bianche e depigmentate risultano più vulnerabili alle scottature solari, dunque è importante applicare una crema con fattore di protezione alto quando ci si espone al sole. Prevalentemente sulle aree interessate della malattia, ma anche, per sicurezza, su tutto il resto del corpo.
La cura della malattia, in questo caso, ha lo scopo di ripristinare il colore naturale della pelle. L’aspetto estetico causato dalla malattia, infatti, può rappresentare un grande problema dal punto di vista psico-emotivo nelle persone colpite. Una terapia psicologica di supporto, inoltre, è consigliata per aiutare i soggetti affetti da vitiligine a riacquistare l’autostima perduta e ritrovare una vita sociale normale.
I dati
Nel nostro Paese la vitiligine colpisce circa un milione di persone. È considerata più un problema estetico che una malattia vera e propria, dal momento che – come abbiamo avuto modo di anticipare – non si tratta di una patologia invalidante dal punto vista fisico, ma può spesso creare disagi psicologici anche importanti.
Nel mondo, invece, risultano affetti da tale patologia circa 100milioni di persone.