giovedì, Maggio 15, 2025
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Diabete, i pipistrelli possono aiutarci a curarlo? Lo studio americano

Livelli di zucchero nel sangue dei pipistrelli: un record naturale

Uno studio pubblicato su “Nature Ecology and Evolution” ha messo in luce una scoperta sorprendente: i pipistrelli presentano i livelli di zucchero nel sangue più alti mai osservati in natura. “Livelli che sarebbero letali o manderebbero in coma un mammifero, ma non i pipistrelli. Stiamo osservando una nuova caratteristica che non sapevamo fosse possibile”, afferma la ricercatrice Jasmin Camacho, autrice principale della ricerca. Questo fenomeno straordinario ha spinto gli scienziati dello Stowers Institute for Medical Research, negli Stati Uniti, a esplorare più a fondo questa peculiarità biologica, con l’obiettivo di scoprire se i segreti dei pipistrelli possano avere implicazioni anche per la salute umana.

Pipistrelli e strategie di sopravvivenza: cosa possiamo imparare?

Questi piccoli mammiferi alati sembrano aver sviluppato strategie uniche per sopravvivere e prosperare nonostante i loro estremi livelli di zucchero nel sangue. Questa scoperta apre nuove prospettive nella comprensione di malattie umane come il diabete e potrebbe portare allo sviluppo di nuove strategie per proteggere la salute umana. Gli esseri umani, infatti, devono mantenere il livello di zucchero nel sangue entro un range ristretto per evitare gravi complicazioni, come quelle associate al diabete. La capacità dei pipistrelli di gestire zuccheri estremi offre uno sguardo affascinante sull’evoluzione e potrebbe svelare nuovi approcci per il trattamento di malattie metaboliche.

L’adattamento evolutivo dei pipistrelli

Le due co-autrici dello studio, Jasmin Camacho e Andrea Bernal-Rivera, spiegano come 30 milioni di anni fa i pipistrelli dal naso a foglia neotropicali si nutrivano esclusivamente di insetti. Da allora, questi mammiferi si sono evoluti in molte specie, adottando diete che spaziano da frutta a nettare, carne e persino sangue. Il team di ricercatori ha condotto studi sul campo nelle giungle dell’America Centrale, del Sud America e dei Caraibi, eseguendo test di tolleranza al glucosio su quasi 200 pipistrelli di 29 specie diverse. Dopo aver somministrato uno dei tre tipi di zuccheri associati alle loro diete, i ricercatori hanno misurato la concentrazione di zucchero nel sangue, scoprendo come questi mammiferi assimilano, assorbono, immagazzinano e utilizzano lo zucchero.

Omeostasi del glucosio nei pipistrelli: un mondo di adattamenti

Camacho e Bernal-Rivera hanno evidenziato che i pipistrelli hanno sviluppato adattamenti unici per mantenere i livelli di zucchero nel sangue entro un intervallo sano, un processo noto come omeostasi del glucosio. Questo processo, normalmente regolato dall’insulina, è ciò che si altera nel diabete. Le diverse specie di pipistrelli dal naso a foglia mostrano una gamma di adattamenti, dalle modifiche nell’anatomia intestinale a cambiamenti genetici nelle proteine che trasportano lo zucchero dal sangue alle cellule.

“Abbiamo osservato che i pipistrelli della frutta hanno perfezionato il loro percorso di segnalazione dell’insulina per abbassare la glicemia”, spiega Camacho. “Al contrario, i pipistrelli del nettare tollerano livelli di glicemia simili a quelli delle persone con diabete non regolato, ma utilizzano un meccanismo diverso, che sembra non dipendere dall’insulina”. Questi adattamenti includono intestini più lunghi e cellule con superfici maggiori per l’assorbimento dei nutrienti, elementi cruciali per gestire le loro diete ricche di zucchero. Un’altra scoperta interessante è stata l’espressione continua di un gene per il trasporto dello zucchero, simile a quello osservato in una specie di colibrì.

Implicazioni future: nuove terapie per le malattie metaboliche?

Lo studio ha ricevuto il plauso di esperti come Nadav Ahituv, docente di bioingegneria e genetica all’Università della California, San Francisco, che ha commentato: “Questo studio stabilisce risorse estremamente importanti per il settore. Fornisce non solo caratteristiche metaboliche di varie specie di pipistrelli con diete diverse, ma anche la loro morfologia intestinale e regioni genomiche candidate che potrebbero guidare gli adattamenti dietetici”. I dati raccolti dal team di ricerca alimenteranno futuri studi e potrebbero favorire lo sviluppo di nuove terapie per una varietà di malattie metaboliche negli esseri umani.

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