Recenti ricerche hanno evidenziato una correlazione significativa tra il consumo di alimenti ultraprocessati e l’aumento di patologie croniche nei bambini. Questi alimenti, spesso presenti nelle diete moderne, possono contribuire allo sviluppo di condizioni come la sindrome metabolica e l’esofagite eosinofila.
Sindrome metabolica e accumulo di AGE
Uno studio condotto su 175 bambini con un’età media di 11 anni ha rilevato che l’assunzione elevata di cibi ultraprocessati facilita l’insorgenza di sovrappeso, obesità e sindrome metabolica. Quest’ultima è caratterizzata da disordini quali ipertensione, dislipidemia e diabete, che influenzano negativamente la salute pediatrica. Inoltre, è stato osservato un elevato accumulo di prodotti di glicazione avanzata (AGE) nella pelle dei partecipanti. Questi composti, abbondanti negli alimenti ultraprocessati, interagiscono con le cellule, causando alterazioni in vari organi e sistemi, e promuovendo lo sviluppo di malattie cardiovascolari, allergiche e autoimmuni.
Esofagite eosinofila: una malattia infiammatoria
Oltre alle complicanze metaboliche, emergono evidenze che suggeriscono un ruolo dei cibi ultraprocessati nella patogenesi dell’esofagite eosinofila, una malattia infiammatoria cronica dell’esofago sempre più comune in pediatria. Questa condizione provoca un progressivo danno morfo-funzionale dell’esofago, dovuto all’infiammazione e all’accumulo anomalo di eosinofili nella mucosa esofagea. L’eccessiva esposizione agli AGE, presenti in grandi quantità in questi alimenti, è ritenuta responsabile del danno infiammatorio e dell’accumulo di eosinofili.