venerdì, Novembre 7, 2025
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Nuovi dati rafforzano l’efficacia del dosaggio corretto nella lotta al tumore al seno

Uno studio europeo conferma l’importanza della dose piena nelle forme aggressive di carcinoma al seno – Qui Salute Magazine

È stato recentemente pubblicato sulla rivista ESMO Real World Data and Digital Oncology un importante studio internazionale, promosso e coordinato dai ricercatori dell’Istituto Nazionale Tumori Regina Elena (IFO), che rappresenta un passo avanti nella comprensione del tumore al seno. La ricerca ha coinvolto oltre 750 pazienti con tumore al seno in fase precoce, seguite in otto centri oncologici distribuiti in sette Paesi europei più il Regno Unito, all’interno del consorzio DigiCore.

L’indagine ha puntato l’attenzione sull’impatto dell’intensità del trattamento con paclitaxel, uno dei farmaci più utilizzati nella chemioterapia pre-operatoria. I risultati hanno dimostrato che, nelle pazienti con tumore triplo negativo, la riduzione significativa della dose è legata a una diminuzione della risposta patologica completa, potenzialmente aumentando il rischio di recidiva. Questo effetto, invece, non si osserva nei casi di tumore HER2-positivo.

«La ricerca conferma quanto sia fondamentale mantenere una dose adeguata di paclitaxel – sottolinea la dottoressa Patrizia Vici, responsabile delle Sperimentazioni di Fase IV presso l’IRE – per massimizzare le probabilità di risposta completa e migliorare le prospettive di sopravvivenza».

Oltre al valore clinico, lo studio ha rappresentato anche un’opportunità formativa e metodologica per giovani ricercatori, coinvolti in una rete di collaborazione europea. Grazie all’impiego di tecniche avanzate di intelligenza artificiale, in particolare di machine learning, è stato possibile trarre indicazioni concrete dai dati raccolti nella pratica quotidiana, fuori dai rigidi protocolli dei trial clinici tradizionali.

«Abbiamo messo insieme competenze diverse – afferma l’oncologo Eriseld Krasniqi, co-coordinatore dello studio – da oncologi a data scientist, dimostrando come l’uso integrato delle tecnologie digitali possa trasformare i dati reali in evidenze cliniche immediatamente utilizzabili. Fondamentale è stato il supporto della piattaforma DigiCore».

Il progetto, inoltre, è in continua espansione: «Stiamo includendo anche pazienti trattate più recentemente, soprattutto quelle che hanno ricevuto terapie combinate con l’immunoterapia – aggiunge Patrizia Vici – con l’obiettivo di capire se e come stia cambiando il ruolo della chemioterapia, in particolare nei tumori HER2-positivi trattati con anticorpi monoclonali».

Secondo Giovanni Blandino, Direttore Scientifico f.f. dell’IRE, «i dati real world sono preziosi perché rappresentano la realtà clinica di gran parte dei pazienti oncologici, spesso esclusi dagli studi clinici. Questo studio è il frutto di una solida infrastruttura digitale e di un modello di ricerca collaborativa che l’istituto intende rafforzare, anche attraverso tecniche innovative come il federated learning».

Soddisfatto anche Livio De Angelis, Direttore Generale IFO: «Ringrazio i nostri medici e ricercatori per il lavoro svolto. Il nostro impegno contro i tumori, in particolare quello al seno – tra i più diffusi nella popolazione femminile – continua con determinazione e sarà presto rafforzato dall’attivazione di una nuova unità operativa complessa di oncologia senologica».

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