Questa scoperta potrebbe aiutare a riconoscerle prima che si diffondano – Qui Salute Magazine
Le cellule tumorali reagiscono in modo sorprendente quando subiscono una compressione: si attivano in maniera immediata, dando il via a una risposta molto potente. Questo comportamento rappresenta un meccanismo di autodifesa che consente loro di riparare eventuali danni al DNA e di sopravvivere in ambienti corporei particolarmente affollati. Questo processo potrebbe anche spiegare come riescano a spostarsi attraverso il tessuto tumorale e a passare nei vasi sanguigni senza morire. A rivelarlo è uno studio pubblicato su Nature Communications, condotto dal Centro per la Regolazione Genomica (CRG) di Barcellona.
I risultati della ricerca sulle cellule tumorali
I risultati aprono nuove prospettive nella lotta contro il cancro. Capire questo meccanismo potrebbe permettere di individuare le cellule tumorali in fase precoce, prima che si propaghino, e potrebbe anche portare allo sviluppo di nuove terapie basate su stimoli meccanici — una via ancora poco esplorata dalla ricerca.
Il team, guidato da Verena Ruprecht e dall’italiana Sara Sdelci, ha utilizzato un microscopio innovativo capace di comprimere cellule vive fino a una dimensione pari a un trentesimo del diametro di un capello. Hanno così scoperto che entro pochi secondi i mitocondri — le strutture cellulari che producono energia — si spostano rapidamente verso il nucleo della cellula, fornendo un surplus energetico necessario a riparare il DNA danneggiato.
“Questa scoperta ci porta a rivedere il ruolo dei mitocondri”, spiega Sdelci. “Non sono semplici batterie che riforniscono la cellula di energia, ma veri e propri soccorritori, pronti ad agire in situazioni critiche, quando la cellula è sottoposta a forti pressioni”.
Anche se lo studio si è concentrato su cellule cancerose, secondo gli autori è probabile che questo tipo di risposta riguardi tutte le cellule. “Ogni volta che una cellula è sottoposta a pressione”, conclude Sdelci, “un aumento dell’energia nel nucleo potrebbe essere il modo in cui il corpo protegge il proprio genoma. Si tratta di un nuovo livello di regolazione biologica che cambia radicalmente il nostro modo di comprendere come le cellule riescono a resistere a situazioni di forte stress fisico”.


