domenica, Maggio 18, 2025
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Lo smartphone disturba il sonno?

Lo smartphone è un compagno molto presente nelle nostre vite. Non è sempre impiegato per le attività lavorative o private, ma in diverse fasi della giornata è usato anche come fonte di svago. Presumibilmente nessuno potrebbe affermare di utilizzarlo sempre e solo quando necessario. In parecchi momenti, se ne potrebbe – o addirittura se ne dovrebbe – fare a meno.

Bisognerebbe, ad esempio, evitare di utilizzarlo alla sera subito prima di dormire. In quella fase servirebbe un distacco di almeno un’ora dalla luce blu dei display – e quindi il discorso si estende facilmente a dispositivi simili allo smartphone come PC e tablet – per poter facilitare il rilassamento del corpo e della mente ed agevolare il sonno. In caso contrario, l’effetto sarebbe un disturbo o addirittura un blocco della produzione della melatonina – l’ormone del sonno – con un conseguente “invito” al cervello a restare sveglio, l’alterazione del normale ciclo sonno-veglia e la possibile generazione di insonnia. È da tenere in considerazione che, se il rilascio di melatonina è disturbato, si ha difficoltà a prendere sonno ma anche a mantenerlo e una simile iperattività cerebrale, magari causata anche dall’arrivo di qualche messaggio nel corso della notte, andrebbe a determinare una diminuzione di concentrazione e attenzione combinandola con una maggiore stanchezza durante il giorno.

L’importanza di limitare l’uso dello smartphone nei bambini e adolescenti

Questi aspetti devono essere tenuti in considerazione soprattutto per bambini e adolescenti, ancora più sensibili alla luce blu rispetto agli adulti e maggiormente “vittime” dell’utilizzo interattivo degli schermi (giocare con i videogiochi, mandare messaggi in una chat, ecc.), che ha un impatto superiore rispetto all’impiego passivo (stare davanti alla TV, leggere sul telefono, ecc.). Peraltro, secondo alcuni studi, non è solo la luce blu a disturbare il sonno, ma lo stesso è turbato anche dalle notizie negative di cui veniamo a conoscenza. Tale fenomeno viene denominato “doomscrolling” da dooms (sventure) e scrolling (scorrere, in questo caso lo schermo).

Lo scrolling, per la verità, può creare problemi a prescindere dagli argomenti osservati: il meccanismo, infatti, attrae la nostra attenzione inducendoci a visionare decine, se non centinaia o addirittura migliaia di contenuti, alla ricerca di quello che soddisfa la nostra curiosità, ci fa divertire e in generale ci appaga. Un simile comportamento – indotto dalla dopamina, il neurotrasmettitore del piacere – può assumere i contorni di una vera e propria dipendenza.

La regola “20-20-20”

In tale contesto, dunque, gli esperti suggeriscono la regola “20-20-20”: dopo 20 minuti davanti allo schermo, si dovrebbe guardare per almeno 20 secondi un oggetto posto a una distanza minima di 6 metri. Non dimentichiamo inoltre l’utilizzo di occhiali che respingono la luce blu o software che la limitano sui dispositivi. Alla luce di tali informazioni, il metodo migliore resta comunque quello di prendersi una pausa dagli schermi la sera e durante la notte, ricorrendo piuttosto alla lettura di libri cartacei o all’ascolto di podcast e audiolibri. Tuttavia, se proprio si vuole utilizzare lo smartphone prima di dormire, ricordiamoci almeno di guardare cose divertenti e positive, lasciando da parte quelle angosciose e stressanti.

Articolo a cura di Samantha Cosentino e Davide Sardi

Gli autori possono essere seguiti sul canale WhatsApp “TG Cyber” che fornisce, con un linguaggio semplice e alla portata di tutti, notizie, consigli e brevi spunti in tema di cybersecurity, protezione dei dati e utilizzo consapevole degli strumenti digitali.

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