Ascoltare musica prima, durante e dopo un intervento chirurgico aiuterebbe a ridurre lo stress e il dolore, facilitando il recupero post operatorio. E’ ciò che emerge da una metanalisi di 72 studi, per un totale di 7 mila pazienti, coordinato dalla Queen Mary University di Londra. Lo studio è stato pubblicato sulla prestigiosa rivista scientifica Lancet.
In particolare sarebbe la produzione di ossitocina e la riduzione di cortisolo, meglio noto come l’ormone dello stress, a incidere positivamente contro ansia, stress e pure insonnia. Anche il sistema immunitario gioverebbe dei benefici della musica, grazie all’aumento dell’immunoglobulina A.
Inoltre una ricerca dell’American Accademy of Neurology sosterrebbe che la musica sia utile per migliorare anche le attività mnemoniche del cervello e ridurre i disturbi legati all’Alzheimer.
Così il pianoforte entra in sala operatoria. E’ successo ad Ancona: i medici dell’equipe dell’ospedale “Salesi” hanno eseguito un intervento di oncologia su un bambino di 10 anni e a fargli da sottofondo c’erano le composizioni musicali suonate dal vivo dal pianista Emiliano Toso, biologo molecolare e musicista.
Lo scopo dell’esperimento? Valutare i benefici della musicoterapia. “Questo tipo di musica traduce emozioni vissute a livello profondo, cellulare, in un piano più alto, quella della musica. Per tutta la vita ho cercato di unire l’arte e la scienza attraverso il linguaggio universale della musica”, spiega Toso. Durante l’intervento un team di specialisti ha tenuto sotto stretto controllo i parametri funzionali del paziente, per documentare gli effetti terapeutici della musica sull’asse dello stress e sui sistemi di regolazione della risposta immunitaria ed infiammatoria.
D’altronde non è la prima volta che la musica entra in ospedale. La cosiddetta “Translational Music” è già stata utilizzata in tutto il mondo su soggetti affetti da patologie cronico-degenerative.