sabato, Maggio 17, 2025
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Scoperto l’interruttore del sonno Rem e il primo farmaco mirato

Novità importanti emergono nella lotta contro i disturbi del sonno e alcune malattie neurologiche correlate. Un recente studio, frutto della collaborazione tra le università di Padova, McGill e Toronto (Canada), pubblicato sul prestigioso ‘Journal of Neuroscience’, ha rivelato l’identificazione dell'”interruttore” del sonno Rem: il recettore della melatonina MT1. Questa scoperta ha permesso di sviluppare il primo farmaco mirato in grado di agire selettivamente su questa fase cruciale del sonno, senza influire negativamente sul sonno non-Rem. “Significativo è il potenziale clinico della scoperta”, sottolineano gli esperti dell’Università di Padova, in quanto apre nuove prospettive non solo per la comprensione dei meccanismi del sonno, ma anche per il trattamento delle sue alterazioni, soprattutto per coloro che soffrono di patologie come il Parkinson e la demenza con corpi di Lewy.

Le fasi del sonno: Non-Rem e Rem

Il sonno umano si articola in una sequenza precisa di fasi non-Rem e Rem, ciascuna delle quali svolge funzioni fisiologiche distinte. Il sonno Rem, caratterizzato dal rapido movimento oculare (Rapid Eye Movement), è la fase in cui si sogna e ha un ruolo cruciale nel consolidamento della memoria e nella regolazione delle emozioni. Al contrario, il sonno non-Rem supporta i processi di recupero e riparazione fisica. Le interruzioni di questo ciclo possono compromettere le funzioni cognitive e aumentare il rischio di sviluppare malattie neuropsichiatriche.

Il ruolo del recettore MT1

Gli autori dello studio, che rappresenta il culmine di 15 anni di ricerca sulla melatonina e i suoi recettori MT1 e MT2, hanno individuato nel recettore MT1 il regolatore chiave del sonno Rem. Questa scoperta ha portato all’identificazione della prima molecola specificamente mirata a questa fase del sonno.

Il recettore MT1 è espresso in neuroni specifici chiamati neuroni della noradrenalina, localizzati in un’area del cervello nota come Locus Coeruleus, chiamata così per la sua colorazione tendente all’azzurro dovuta ai granuli di melanina. Durante il sonno Rem, questi neuroni noradrenergici riducono la loro attività elettrica, diventando silenziosi. Circa lo 0,5-1% della popolazione generale è affetta da un disturbo del comportamento del sonno Rem, un grave fattore di rischio per lo sviluppo di patologie neurodegenerative come il morbo di Parkinson e la demenza con corpi di Lewy, per le quali non esistono attualmente trattamenti efficaci.

Un farmaco innovativo per la fase Rem

Utilizzando un nuovo farmaco che agisce selettivamente sui recettori MT1, gli scienziati sono riusciti ad aumentare la durata del sonno Rem negli animali da esperimento, riducendo contemporaneamente l’attività dei neuroni noradrenergici del Locus Coeruleus.

“Questa scoperta non solo fa progredire la nostra comprensione sui meccanismi del sonno, ma ha anche un significativo potenziale clinico”, afferma Gabriella Gobbi, principal investigator dello studio, professoressa di Psichiatria alla McGill University. “Finora il recettore specifico che innesca il sonno Rem era sfuggito agli scienziati”, aggiunge Gobbi, “mentre il nuovo studio ha identificato come importante regolatore di questa fase del sonno proprio il recettore MT1 della melatonina situato nel Locus Coeruleus”.

“Fino ad oggi non si conoscevano farmaci specificamente mirati a modificare il sonno Rem”, spiega Stefano Comai, coautore senior del lavoro e professore di Farmacologia all’Università di Padova. “La maggior parte dei farmaci ipnotici in commercio, pur prolungando la durata totale del sonno, tendono a influenzare negativamente il sonno Rem. Con questo studio, abbiamo scoperto la prima molecola capace di agire selettivamente sul sonno Rem senza alterare il sonno non-Rem”.

Prospettive future per il trattamento dei disturbi del sonno Rem

Secondo gli autori, ulteriori ricerche sulla neurobiologia e farmacologia del sonno Rem sono essenziali per sviluppare trattamenti mirati che potrebbero migliorare significativamente la qualità della vita dei pazienti affetti da malattie neurodegenerative debilitanti. “Man mano che gli scienziati continuano a esplorare le complessità della regolazione del sonno, la speranza di interventi efficaci nei disturbi neurologici diventa sempre più promettente”, concludono i ricercatori. “Se studi futuri confermeranno il coinvolgimento specifico del recettore MT1 della melatonina nella regolazione del sonno Rem, si potranno sviluppare nuovi farmaci in grado di trattare i disturbi del sonno Rem, strettamente legati a patologie come il morbo di Parkinson e la demenza con corpi di Lewy”.

 

Fonte: Adnkronos

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