sabato, Maggio 17, 2025
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Dopo 30 anni scoperto nuovo antibiotico: combatte i super batteri

Dai campioni di terreno potrebbe arrivare una nuova arma contro una delle minacce più temute per la salute globale: l’antibiotico resistenza. Un gruppo di scienziati canadesi ha identificato un microrganismo in grado di produrre naturalmente un potente antibiotico, la lariocidina. Questo composto si distingue non solo per il suo innovativo meccanismo d’azione, ma anche perché ha mostrato, nei primi test di laboratorio, un’efficacia elevata contro i batteri resistenti e una bassa tossicità.

La scoperta, pubblicata sulla prestigiosa rivista Nature, è frutto del lavoro di un team della McMaster University di Hamilton, guidato da Gerry Wright. È un risultato di grande rilievo, considerando che l’ultima volta che una nuova classe di antibiotici è stata introdotta sul mercato risale a quasi trent’anni fa.

Un antibiotico contro i superbatteri

La lariocidina viene prodotta da un batterio del suolo appartenente al genere Paenibacillus. Secondo Wright, questa molecola, un peptide, rappresenta una soluzione promettente per contrastare alcuni dei batteri più resistenti al mondo. Il suo funzionamento è radicalmente diverso da quello degli antibiotici esistenti: invece di attaccare la parete cellulare o il DNA del batterio, la lariocidina si lega direttamente ai meccanismi di sintesi proteica degli agenti infettivi, bloccandone la crescita e la sopravvivenza.

Questa scoperta arriva in un momento critico, in cui la necessità di nuovi farmaci antimicrobici è sempre più urgente. I batteri e altri microrganismi, infatti, continuano a sviluppare strategie di resistenza ai trattamenti attuali, un fenomeno noto come resistenza antimicrobica (AMR).

L’antibiotico resistenza: una crisi globale

L’Organizzazione Mondiale della Sanità (OMS) ha classificato l’AMR tra le principali emergenze sanitarie mondiali. Secondo un recente rapporto dell’OMS, attualmente sono in fase di sviluppo 32 antibiotici, ma solo 12 possono essere considerati innovativi. Di questi, appena 4 risultano efficaci contro almeno un patogeno critico, ovvero quelli inseriti nella “lista nera” dell’OMS per la loro resistenza ai trattamenti esistenti.

I dati della Fondazione Gimbe rivelano che in Europa la resistenza agli antibiotici supera il 30% per molti agenti patogeni. Ogni anno, più di 35mila persone muoiono a causa di infezioni resistenti, e l’Italia è tra i paesi più colpiti, con un terzo dei decessi registrati sul territorio nazionale. “Ogni anno muoiono circa 4,5 milioni di persone a causa di infezioni resistenti agli antibiotici e la situazione non fa che peggiorare”, sottolinea Wright.

Un processo di sviluppo ancora lungo

Per arrivare alla scoperta della lariocidina, i ricercatori hanno lasciato crescere in laboratorio, per circa un anno, i batteri raccolti dal suolo. Questo metodo ha permesso di identificare anche specie a crescita lenta, che altrimenti sarebbero potute sfuggire all’analisi. Tra queste, il Paenibacillus ha mostrato la capacità di produrre una sostanza con una potente attività antibatterica, inclusi i ceppi resistenti agli antibiotici esistenti.

Un aspetto particolarmente rilevante è che la lariocidina non sembra essere suscettibile ai meccanismi di resistenza noti, e ha dato risultati promettenti anche nei modelli animali di infezione. Tuttavia, la strada verso l’applicazione clinica è ancora lunga. “Sono necessari molto tempo e risorse prima che la lariocidina sia pronta per il mercato”, conclude Wright.

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