I tumori del peritoneo rappresentano una delle sfide più complesse nel campo della chirurgia oncologica, ma negli ultimi anni la ricerca ha aperto scenari che fino a poco tempo fa sembravano impensabili.
In questa nuova puntata di QUI Talk, Emanuela Folliero ospita il Prof. Francesco Saverio Papadia, Professore Associato di Chirurgia Generale presso l’Università degli Studi di Genova DISC, Clinica Chirurgica 1 – IRCCS Ospedale Policlinico San Martino, Fellow of the American College of Surgeons, Fellow of the European Board of Surgery per la Chirurgia Oncologica, per un approfondimento di queste patologie, spesso difficili da diagnosticare e trattare.
Il peritoneo e i tumori: una sfida da affrontare
Il peritoneo è una membrana che riveste internamente la cavità dell’addome, comprese le sue pareti e la superficie degli organi contenuti all’interno dell’addome, come spiega il Prof. Papadia.
“Le localizzazioni di tumori al peritoneo, su tutti i tumori esistenti, sono piuttosto frequenti e una buona parte dei tumori solidi, prima o poi, si manifesta con una localizzazione sul peritoneo stesso. Purtroppo, la prognosi non è buona, e spesso la chirurgia ha solo uno scopo palliativo” sottolinea il Professore. “Tuttavia, ci sono casi in cui è possibile intervenire in modo più efficace permettendo un’aspettativa di lunga sopravvivenza o addirittura di cura”.
I sintomi
“I sintomi più comuni – continua il Professor Papadia – sono la distensione addominale dovuta alla presenza di ascite, ovvero un accumulo di liquidi nell’addome, o complicanze derivanti dal fatto che il tumore tende a far incollare su se stessi gli organi interni, in particolare l’intestino, causando blocco intestinale completo o incompleto. In altre situazioni, invece, i primi segni di manifestazione clinica si presentano già evidenti con sintomi gravi, segnale di una malattia chiaramente avanzata”.
I tumori mucinosi
Ma non tutti i pazienti colpiti da tumore al peritoneo sono destinati a un decorso infausto. “I pazienti candidabili a trattamenti chirurgici, associati a terapie complementari, che hanno possibilità di lunga sopravvivenza o di cura, sono coloro che presentano tumori primitivi del peritoneo, cioè quelli che nascono direttamente dalla superficie della cavità addominale. Oppure alcune localizzazioni di altri tumori, come i tumori mucinosi dell’appendice e alcune tipologie tumorali dell’ovaio”.
I tumori mucinosi, particolarmente insidiosi per la loro specificità, continua il professor Papadia, “sono caratterizzati dalla produzione di mucina, una sorta di muco, che crea una condizione visivamente simile a una mucillagine. Quando si riscontra questa sostanza nell’addome, si parla di pseudomixoma peritoneale. È cruciale che, davanti a un sospetto del genere, il medico, anche se non specializzato in questo campo, sappia fermarsi e riferire il caso a un centro specializzato”.
La diagnosi dei tumori peritoneali
La diagnosi dei tumori peritoneali non si avvale solo degli strumenti tecnologici. “Nella maggior parte dei tumori solidi, le indagini strumentali – come TAC o risonanze – prima dell’intervento, sono determinanti ed esclusive per definire l’estensione e la trattabilità del tumore. Nei casi di tumori peritoneali, invece, la valutazione ad occhio nudo in sede chirurgica gioca un ruolo fondamentale. Oggi, per questa prima valutazione, si tende a privilegiare un intervento mininvasivo laparoscopico, proprio per osservare direttamente la malattia, evitando che la tecnologia strumentale moderna possa non vedere dettagli essenziali”.
Un caso di successo
L’Ospedale Policlinico San Martino ha seguito diversi casi e le testimonianze dei suoi pazienti rimangono scolpite nella memoria degli specialisti. “Uno dei casi più emblematici si è verificato durante il periodo della pandemia COVID-19. Un paziente era stato inizialmente operato d’urgenza per un quadro subocclusivo, diagnosticato come portatore di un tumore inoperabile del colon e destinato dunque a una terapia palliativa. Tuttavia, dopo qualche tempo, abbiamo notato nel nostro Centro delle incongruenze tra la diagnosi e l’evoluzione della malattia. Abbiamo perciò deciso di ristudiare il paziente da capo”. Questo paziente si rivelò affetto da un tumore mucinoso appendicolare, una forma tumorale che, sebbene estesa, risultò affrontabile. “Abbiamo deciso di procedere con un intervento chirurgico ed oggi, a quattro anni dall’operazione, il paziente è vivo, senza alcuna recidiva di malattia” conclude il Professor Papadia.
Un caso che testimonia come la competenza medica e un approccio mirato possano, in alcuni casi, ribaltare prognosi considerate inizialmente infauste.