La malattia di Parkinson è una patologia neurodegenerativa che colpisce milioni di persone nel mondo, caratterizzata da sintomi motori come tremore, lentezza nei movimenti e rigidità muscolare. La levodopa, un precursore della dopamina, è da tempo utilizzata come trattamento principale per alleviare questi sintomi. Recentemente, sono emerse nuove modalità di somministrazione della levodopa, come l’infusione sottocutanea continua, che offrono vantaggi significativi per i pazienti nelle fasi avanzate della malattia.
Come viene somministrato levodopa?
Tradizionalmente, la levodopa viene assunta per via orale, tuttavia, nelle fasi avanzate del Parkinson, l’assorbimento intestinale può diventare irregolare, causando fluttuazioni nei livelli plasmatici del farmaco e, di conseguenza, variazioni nell’efficacia del trattamento. L’infusione sottocutanea continua di levodopa rappresenta una soluzione innovativa a questo problema. Questa tecnica prevede la somministrazione costante del farmaco attraverso un micro-ago inserito nello strato adiposo, garantendo livelli plasmatici più stabili e un miglior controllo dei sintomi motori. Studi recenti hanno evidenziato che questa modalità di somministrazione è sicura, efficace, minimamente invasiva e facilmente attuabile, migliorando la qualità della vita dei pazienti.
Benefici dell’infusione sottocutanea continua
L’infusione sottocutanea continua di levodopa offre numerosi vantaggi rispetto alla somministrazione orale tradizionale. Innanzitutto, garantisce una stimolazione dopaminergica più fisiologica e stabile, riducendo le fluttuazioni motorie e i movimenti involontari (discinesie) che spesso affliggono i pazienti nelle fasi avanzate della malattia. Inoltre, questa tecnica è meno invasiva rispetto ad altre terapie avanzate, come l’infusione duodenale o la stimolazione cerebrale profonda, e non richiede interventi chirurgici complessi. I pazienti possono gestire autonomamente il dispositivo di infusione, migliorando la loro autonomia e qualità di vita.