giovedì, Marzo 20, 2025
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Raro intervento a Novara, ricostruito esofago con frazioni di colon

Un intervento eccezionale all’Ospedale “Maggiore della Carità” di Novara

Un’équipe guidata dal prof. Sergio Gentilli, docente di Chirurgia generale presso l’Università del Piemonte Orientale e direttore della Struttura complessa di Chirurgia generale dell’Azienda Ospedaliero-Universitaria (AOU) “Maggiore della Carità” di Novara, ha recentemente portato a termine un intervento chirurgico complesso di ricostruzione dell’esofago. Si tratta di una procedura mai eseguita prima nelle strutture dell’ospedale novarese. Questo tipo di intervento è estremamente raro, tanto che in Piemonte viene effettuato solo 4-5 volte all’anno. La Struttura di Chirurgia di Novara lo ha realizzato cinque volte negli ultimi anni per differenti indicazioni cliniche.

Un intervento raro e complesso

“Questa procedura – spiega il prof. Gentilli – si adotta raramente poiché sono pochissimi i pazienti che sopravvivono alle gravi patologie che la renderebbero necessaria, come per esempio esofago compromesso da caustici, fistole esofago-aortiche, traumi e rotture spontanee dell’esofago, situazioni cliniche che portano a una ricostruzione della via digestiva sempre molto dilazionata con trasposizione degli organi in sede extra-anatomica”.

L’intervento, oltre che per la sua complessità tecnica, si distingue per le patologie gravi che richiedono questa soluzione chirurgica. Tra queste, ci sono le fistole esofago-aortiche, che costituiscono una condizione clinica critica e potenzialmente fatale.

Il caso della paziente: una storia clinica travagliata

La paziente sottoposta all’intervento, una donna di 56 anni identificata con le iniziali R.L., aveva già una storia clinica complicata. Era stata ospedalizzata presso un’altra struttura per affrontare il suo problema di obesità. Nel gennaio del 2023, aveva subito un intervento di sleeve gastrectomy laparoscopica. Tuttavia, circa dieci giorni dopo l’operazione, si era verificata una complicanza grave: una peritonite dovuta a una fistola gastrica. Questo evento ha portato al suo trasferimento d’urgenza presso l’AOU “Maggiore della Carità” di Novara.

Nonostante una serie di tentativi di trattamento conservativo, che avevano seguito le linee guida della letteratura internazionale, le condizioni della paziente sono peggiorate. L’équipe medica del prof. Gentilli ha diagnosticato una fistola tra l’aorta e l’esofago, una complicanza su endoprotesi che ha reso necessaria una parziale esofagectomia e l’asportazione totale dello stomaco.

Collaborazione tra specialisti e interventi successivi

A pochi giorni di distanza dall’intervento iniziale, la paziente ha subito un’altra operazione delicata: la sostituzione dell’aorta toracica con una protesi. Questo intervento è stato eseguito dal prof. Mauro Rinaldi, direttore della Cardiochirurgia presso l’AOU “Città della Salute e della Scienza” di Torino – Ospedale Molinette.

“Dal mese di maggio 2023 – continua il prof. Gentilli – il decorso post-operatorio della paziente è stato molto travagliato”. La paziente è rimasta ricoverata per un lungo periodo nel reparto di Malattie infettive del “Maggiore”, sopravvivendo grazie a una sonda di alimentazione enterale, una tracheostomia e la esteriorizzazione dell’esofago rimanente a livello del collo. Le condizioni cliniche della donna sono rimaste critiche per mesi, ma nonostante le difficoltà, è riuscita a sopravvivere.

La svolta nel 2024: l’intervento di ricostruzione dell’esofago

Il vero punto di svolta si è verificato nel 2024, quando le condizioni cliniche della paziente hanno iniziato a migliorare, seppur lentamente. Questo miglioramento ha convinto l’équipe del prof. Gentilli a procedere con l’intervento di ricostruzione dell’esofago. La procedura ha previsto la sostituzione dell’esofago con il colon di destra, anastomizzato al collo e passato per via retrosternale.

“Dal 7 ottobre 2024 – conclude il prof. Gentilli – la nostra paziente ha ripreso finalmente l’alimentazione per bocca e può guardare al futuro con una speranza e una qualità di vita decisamente migliori. Desidero ringraziare tutto lo staff di professioniste e professionisti che ha reso possibile questo intervento. Senza di loro e senza la rete di competenze del sistema sanitario regionale questo approccio innovativo alla chirurgia non sarebbe stato possibile”.

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