giovedì, Marzo 27, 2025
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Perché diamo il bacio a destra e l’abbraccio a sinistra? Uno studio italiano lo spiega

Baci e abbracci nelle opere d’Arte: la lateralizzazione dei gesti affettivi

Baci e abbracci, gesti universali di amore e affetto, sono più complessi di quanto si possa pensare. Anche se appaiono spontanei, seguono una precisa “preferenza di lato”, che si riflette persino nelle opere d’arte di diverse epoche.

Un recente studio condotto dall’Università degli Studi “Gabriele d’Annunzio” di Chieti-Pescara e pubblicato sulla rivista “Laterality” ha esplorato questo fenomeno. I ricercatori del Laboratorio di Psicobiologia, guidati dal professor Luca Tommasi, hanno analizzato circa duecentomila opere d’arte, rivelando che le preferenze laterali nei baci e negli abbracci non sono casuali. Il 66% dei dipinti di baci romantici mostra che la testa è inclinata verso destra, mentre il 62% degli abbracci evidenzia una preferenza per il lato sinistro.

Radici della lateralizzazione nei gesti affettivi

La lateralizzazione dei baci ha radici profonde e sembra collegata a una preferenza motoria che si sviluppa sin dai primi mesi di vita. I neonati, infatti, tendono a girare la testa verso destra più frequentemente. Questa tendenza si riflette poi nei baci, dove l’inclinazione della testa a destra è più comune. Al contrario, gli abbracci mostrano un’inclinazione verso sinistra, probabilmente a causa dell’attivazione dell’emisfero destro del cervello, responsabile dell’elaborazione delle emozioni.

Un aspetto interessante evidenziato dallo studio riguarda il legame tra la cura dei neonati e la lateralizzazione degli abbracci. I ricercatori hanno osservato che molte persone tengono istintivamente i neonati sul lato sinistro del corpo, rafforzando così il legame emotivo. Questo comportamento si riflette non solo nei gesti quotidiani, ma anche nelle rappresentazioni artistiche, dimostrando come l’arte catturi dettagli profondi e non verbali della natura umana.

L’arte influenzata dalle neuroscienze e dalla psicologia

Capolavori come Il Bacio di Hayez e Passionate Lovers VIII di Corneille offrono esempi chiari di queste preferenze laterali. In questi dipinti, le inclinazioni della testa durante baci e abbracci seguono le tendenze rilevate dallo studio. Ciò suggerisce che gli artisti, consciamente o meno, abbiano rappresentato la lateralizzazione dei gesti affettivi, catturando aspetti della psicologia umana in modo dettagliato.

Lo studio mostra una connessione interessante tra l’arte e la scienza. Le preferenze laterali nei gesti affettivi potrebbero non essere solo una questione di estetica, ma anche il risultato di una familiarità inconscia da parte degli artisti, influenzata dalle neuroscienze e dalla psicologia. Queste rappresentazioni artistiche possono riflettere meccanismi inconsci che risalgono a processi neurologici e comportamentali profondi.

“Queste scelte artistiche non sono casuali – spiega il prof. Luca Tommasi, docente di Neuropsicologia e neuroscienze cognitive della “d’Annunzio” – Gli artisti, forse inconsapevolmente, hanno rappresentato le stesse tendenze che osserviamo nelle interazioni umane quotidiane, le quali dipendono dalla lateralizzazione funzionale del nostro cervello”.

“Le opere d’arte – sottolinea il prof. Tommasi – offrono uno specchio della nostra architettura neuropsicologica, immortalando per sempre comportamenti che molto probabilmente sono stati trasmessi attraverso i geni e potrebbero comportare qualche vantaggio a livello di evoluzione”.

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