giovedì, Marzo 20, 2025
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REWIND | Radiologia, l’importanza della prevenzione e della diagnosi precoce – Intervista alla Dott.ssa Isabella Turtulici, radiologa

 

Durante la prima stagione del talk show QUI Talk, Susanna Messaggio ha avuto il piacere di intervistare la Dott.ssa Isabella Turtulici, Medico radiologo e direttore sanitario dell’Istituto Radiologico Turtulici, sito nel cuore di Genova. Con una carriera che spazia dalla gestione aziendale alla diagnostica, la dottoressa condivide con noi la sua esperienza, affrontando tematiche cruciali come la prevenzione secondaria e l’importanza della diagnosi precoce, ambiti in cui la radiologia diventa un’alleata fondamentale.

L’importanza della prevenzione

«Fare prevenzione secondaria significa cercare di individuare una patologia quando ancora non ha dato origine a una malattia vera e propria» spiega la Dott.ssa Turtulici.

Sotto ogni aspetto, la prevenzione risulta fondamentale. Anche, e soprattutto, in ambito radiodiagnostico e radiologico. «Si tratta diagnosi precoci – continua infatti la specialista – che proprio per questo devono essere messe in atto quando si sta bene. Ne sono un esempio la mammografia quando si parla di tumore alla mammella, della prevenzione specifiche nei pazienti fumatori per il cancro ai polmoni o del controllo dermatologico in caso di nei».

Quando si parla di prevenzione di genere, inoltre, è bene ricordare che oggi le donne – anche grazie alla forte campagna di informazione messa in atto a più livelli – sono maggiormente abituate a sottoporsi a esami preventivi, come nel caso della mammografia. «Per il sesso maschile, invece – continua Isabella Turtulici – l’approccio alla prevenzione è ancora un po’ limitato, nonostante le tecniche diagnostiche siano comunque molto avanzate».

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La Dott.ssa Isabella Turtulici e Susanna Messaggio

La figura del Radiologo

«In radiologia bisogna partire da una buona conoscenza dell’anatomia e della fisiologia umana – sottolinea la specialista – per poi andare a indagare quelle che sono le cause, le patologie. Benché ogni radiologo abbia una passione per un settore o per l’altro della medicina, la radiologia in sé prevede che non si tratti di uno specialista di organo. Con la TAC, ad esempio, vengono analizzati tanti organi: il radiologo deve conoscerli e studiarli tutti, così da avere una buona visione d’insieme. Per fare radiologia, dunque, bisogna di base avere una preparazione a 360 gradi su tutto il corpo umano».

In questo frangente, non possiamo, poi, non sottolineare come la tecnologia in ambito radiologico stia vivendo «un’evoluzione senza precedenti. Nel giro di pochi anni ha vissuto, con il solo passaggio al digitale, dei cambiamenti davvero epocali, che hanno messo anche le strutture private nella condizione di dover rimanere il più al passo possibile» conclude la Dott.ssa Turtulici.

«La radiografia è anche arte: spesso, infatti, i radiologi vengono chiamati anche per fare i raggi anche alle tele dei quadri, ma non solo. Anche in ambito sanitario la radiografia è arte, perché un esame si può fare in mille modi, ma il risultato, cioè la radiografia vera e propria, deve sempre essere un bel quadro. Deve essere una cosa bella visivamente: quando vedi un esame fatto bene puoi capire davvero la passione e l’amore che uno specialista nutre per il suo lavoro». (Dott.ssa Isabella Turtulici)

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