L’Organizzazione Mondiale della Sanità definisce la sterilità come una condizione caratterizzata dall’incapacità di concepire naturalmente una gravidanza dopo 12-24 mesi di rapporti sessuali regolari, mirati e non protetti, nonostante la presenza di un buono stato di salute apparente di entrambi i partner. Per infertilità si intende, invece, l’incapacità di portare a termine una gravidanza che esita in un aborto. Viene considerata primaria in mancanza assoluta di prole, oppure secondaria quando la donna abbia già avuto figli, con l’attuale o precedente partner. L’infertilità è un problema diffuso in tutto il mondo. In Italia riguarda circa il 15% delle nuove coppie. Nel solo anno 2017, sono state trattate con cicli di Procreazione Assistita ben 78.366 coppie.
CAUSE DI INFERTILITA’
I fattori implicati nel causare infertilità femminile sono molteplici, talvolta sconosciuti, talvolta molteplici. Il Dott. Kim Noci, ginecologo, ci spiega quali sono i più importanti:
- L’età della donna. Dopo i 35 anni la fertilità declina fisiologicamente a causa della riduzione numerica (riserva ovarica) e qualitativa degli ovociti con conseguente riduzione del successo riproduttivo sia nei rapporti liberi sia nei cicli di PMA. Anche i maschi dopo i 40 anni vanno incontro ad una riduzione della loro fertilità.
- Alterazioni ormonali, le quali creano disfunzioni nell’ovulazione.
- Disfunzione tubarica. Può essere dovuta ad un’ostruzione delle tube di Falloppio, oppure ad una alterazione dell’epitelio che ne riveste il lume. Tali alterazioni possono impedire l’incontro tra i gameti, la fecondazione, ostacolando il passaggio dell’uovo fecondato in utero, e sono spesso la conseguenza di un processo infiammatorio pelvico cronico.
- Endometriosi. Si tratta di una malattia infiammatoria cronica, caratterizzata dall’anomala presenza di tessuto endometriale nelle ovaie, nelle tube, nel peritoneo, nella vagina, nell’intestino. Questa patologia può ostacolare il concepimento, alterando la qualità ovocitaria, l’impianto dell’embrione o l’anatomia pelvica.
- Malformazioni congenite dei genitali, che possono interessare ovaie, tube, utero, vagina e genitali esterni. Nel caso dell’utero, si ricordano i setti che riducono l’ampiezza della cavità uterina e gli uteri a forma di “T”.
- Patologie uterine. L’embrione si annida ed il feto si sviluppa nella cavità uterina. Alterazioni della cavità, dovute alla presenza di polipi endometriali, miomi sottomucosi, aderenze endouterine o infezioni dell’endometrio (endometrite) da microorganismi patogeni, possono compromettere sia l’impianto che lo sviluppo dell’embrione.