Oggi, 21 settembre, si celebra la 29esima edizione della giornata mondiale dell’Alzheimer, istituita nel 1994 dall’Organizzazione Mondiale della Sanità (OMS) e dall’Alzheimer’s Disease International (ADI).
La malattia
Il morbo di Alzheimer è la forma più comune di demenza senile. A causa di un’alterazione delle funzioni cerebrali si ha un progressivo declino della memoria e di altre funzioni cognitive, con gravi difficoltà nello svolgere le normali attività quotidiane.
Secondo uno studio condotto dai ricercatori dello University College di Londra la demenza di Alzheimer comincerebbe attorno ai 50-60 anni. Purtroppo però, nel momento in cui si manifestano i sintomi, le lesioni cerebrali che li hanno provocati sono ormai irreversibili.
Alcuni dati
Si stima che tale morbo conti circa 36 milioni di malati nel mondo, di cui un milione solo nel nostro Paese. Non solo, secondo i dati raccolti dall’Organizzazione Mondiale della Sanità (OMS), sarebbe la settima causa di morte per malattia del mondo.
Risulta quindi ancora più preoccupante la percentuale di casi in cui tale problema non viene diagnosticato ufficialmente, ben il 75%, che sale addirittura al 90% nel caso dei paesi a reddito medio-basso.
Cause della mancata diagnosi
Le cause della mancata diagnosi sono state analizzate dai ricercatori della McGill University di Montreal.
Per quanto riguarda i malati riguardano: la difficoltà di accesso a medici qualificati, la paura delle conseguenze e ragioni economiche.
Il personale sanitario è invece ostacolato nell’effettuare una diagnosi corretta dalla difficoltà di accesso a test diagnostici ad hoc e dalla mancanza di formazione e conoscenze specifiche.
I sintomi della malattia oltretutto non sono di facile individuazione, ad es. disturbi dell’attenzione, alterazioni del carattere e dell’umore, difficoltà minime nell’organizzazione quotidiana.
Obiettivo
L’obiettivo è far sì che tutti gli attori coinvolti – medici, ricercatori, istituzioni sanitarie e associazioni – riescano a dare risposte concrete ai bisogni dei malati e dei loro familiari.
Gabriella Salvini Porro, presidente Federazione Alzheimer Italia, ha spiegato: «è vero che le persone con demenza sono inguaribili dal punto di vista farmacologico, ma sono curabili. Da anni portiamo avanti iniziative “dementia friendly” per far sentire accolte e incluse le persone con demenza e i loro familiari».
Una diagnosi tempestiva può, grazie a uno stile di vita corretto – fatto di lettura, relazioni sociali e attività fisica – rallentare il decorso del morbo di Alzheimer sino a cinque anni, nonché migliorare la qualità di vita dei malati.
Iniziative
Le iniziative della giornata mondiale dell’Alzheimer sono diverse, a partire dagli incontri con gli esperti su quesiti inerenti la terapia farmacologica e la gestione della persona malata da parte dei familiari.
Molto si è già fatto, per es. con la nascita delle “Comunità Amiche delle Persone con Demenza” – in cui si creano reti di cittadini che sappiano ascoltare e far sentire a proprio agio il malato – o l’iniziativa “Farmacie Amiche delle Persone con Demenza” – che grazie alla collaborazione tra Federazione Alzheimer Italia e Federfarma fornisce alle farmacie indicazioni utili a diventare “Amiche delle Persone con Demenza” -, ma ancora moltissimo resta da fare.