mercoledì, Marzo 19, 2025
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Fratture da caduta negli anziani tra prevenzione e terapia PEMF TEPS

Il Dott. Massimo Giovale, specialista in Geriatria, Reumatologia (con particolare riferimento alle fratture nell’anziano), già Responsabile della S.S. Medicina Funzionale Apparato Locomotore e del Centro Anticadute Asl3 Genovese, approfondisce il delicato problema delle fratture causate dalle cadute nei soggetti anziani, già presentato alcune settimane fa a questo link.

Partiamo da alcuni dati significativi. La mortalità da frattura del femore è del 5% nel periodo immediatamente successivo all’evento e del 15-25% a un anno. Nel 20% dei casi si verifica la perdita definitiva della capacità di camminare autonomamente e solo il 30-40% dei soggetti torna alle condizioni precedenti la frattura. Dopo i 75 anni il 95% delle fratture di femore avvengono per eventi di caduta e solamente il 24,5% di questi soggetti sono osteoporotici. Invece, dal punto di vista dei costi per la società? Il costo delle fratture in Italia, secondo i dati aggiornati al 2017, pari a 9 miliardi di euro (60 miliardi di dollari in USA, dati 2020).

Quale correlazione c’ tra fratture da caduta e osteoporosi?

Le fratture complicano frequentemente i soggetti sia non affetti e sia affetti da Osteoporosi, infatti una minore massa scheletrica favorisce, a parità di evento traumatico, una maggiore probabilità di frattura. In questo scenario, è fondamentale ricordare che persino la frattura del femore, che rappresentano oltre il 95% delle fratture da caduta tra gli ultrasettantacinquenni, non riguarda solamente soggetti con Osteoporosi. Infatti, come suddetto, solo il 24,5% di questi è affetto da osteoporosi (dati del Centro Studi Americani). Fondamentale è quindi occuparsi in maniera scientificamente corretta sia della diagnosi precoce di Osteoporosi, adottando i comportamenti alimentari e gli stili di vita in grado di mantenere la massa scheletrica, sia del rischio di caduta.  largamente insufficiente oggi in Medicina esaminare e trattare solo la massa scheletrica per evitare il rischio di fratture.

Opportunità terapeutiche e stile di vita sano

È pericoloso non seguire i suggerimenti del Medico di Medicina Generale, che sempre di più invita il paziente a occuparsi della sua Salute; nonché, ancora più dannoso, non adottare i consigli e le opportunità terapeutiche oggi disponibili. In questo caso, è possibile suggerire al paziente interventi terapeutici in grado di migliorare e potenziare la sua capacità posturale e ripetendo le misure e i test per verificare il livello di miglioramento ottenuto successivamente. Tra le possibilità va ricordato l’uso delle pedane stabilometriche, utili per la raccolta di parametri strumentali, probabilmente sempre da integrare con i dati misurabili durante la deambulazione.

È sempre necessario ricorrere ad un inquadramento corretto nello specifico del rischio di frattura: non seguire un percorso diagnostico specialistico prima di intraprendere una qualsiasi terapia farmacologica è spesso inutile e pericoloso. La semplificazione della terapia farmacologica e la sua essenzialità riducono il rischio di caduta. Inoltre, è da evitare sempre l’assunzione non autorizzata dal Medico di farmaci anche a scopo sintomatico, a causa dell’alta probabilità di incorrere in effetti collaterali per le frequenti interferenze farmacologiche.

Sempre basilare e fondamentale in ogni soggetto è mantenere comunque una adeguata e costante attività fisica. Purtroppo, il Covid-19 ha messo gli anziani più a rischio anche da questo punto di vista. A causa della pandemia, essi sono molto spesso rimasti a lungo chiusi in casa e questo ha peggiorato le loro condizioni fisiche e la loro autonomia funzionale, aggravando il rischio di cadute.

Il ruolo della tecnologia

La possibilità di misurare facilmente i parametri fondamentali nell’individuazione del rischio di caduta del soggetto è già una realtà disponibile grazie agli smartphone di ultima generazione. Utilizzando delle specifiche applicazioni disponibili per queste tipologie di dispositivi è facile registrare quotidianamente la velocità del cammino, la cadenza e la lunghezza del passo. Al di sotto di certi valori e in rapporto soprattutto all’età, il soggetto viene avvisato del fatto che è aumentato il suo rischio di caduta.

Inoltre, sono presenti in commercio diverse tecnologie (Gaitrite, FAllskip in primis) che permettono di misurare da parte del Medico competente dei parametri relativi alla deambulazione del soggetto. In base ai dati raccolti viene facilitata la quantificazione del rischio di caduta del soggetto.

Prevenire le cadute è possibile?

In Medicina è fondamentale sapere inquadrare il paziente riconoscendo ogni condizione patologica presente attraverso una diagnosi differenziale corretta. Lo specialista è ormai chiamato anche a sapere valutare in maniera competente e aggiornata il rischio di caduta dei pazienti. Ciò è possibile utilizzando inizialmente lo strumento dell’anamnesi e successivamente applicando i test funzionali oggi disponibili in Medicina.

I test disponibili sono circa 70 e lo specialista deve imparare ad utilizzare quelli che abbinano la migliore capacità predittiva, nel sapere rapidamente individuare e quantificare il rischio di caduta in ogni singolo paziente. Fondamentale anche che i test siano quindi semplici e di rapida esecuzione, scientificamente validati e ripetibili per monitorare nel tempo il comportamento del paziente. La velocità del cammino, la lunghezza del passo e il tempo di doppio supporto durante la deambulazione sono, ad esempio, misure facilmente quantificabili e da utilizzare nella pratica clinica.

Esistono delle ricerche in merito?

Da più studi presenti in letteratura, l’esercizio fisico regolare e il potenziamento propriocettivo e il rinforzo muscolare con sedute di almeno 30 minuti tre volte la settimana per almeno 4/6 mesi modificano certamente, migliorandoli, questi parametri. Quindi il vantaggio di questa pratica esiste, purtroppo però al prezzo di un grande impegno e di una grande costanza. Nell’ottica della prevenzione delle cadute va certamente nominata l’utilizzo della terapia PEMF TEPS, sviluppata proprio per migliorare la stabilità dell’anziano. Tre diverse fonti di energia stimolano, con una frequenza brevettata, i recettori presenti nel tessuto connettivale, che hanno un ruolo fondamentale nel controllo della stabilità. I recettori stimolati trasmettono il loro stato alterato al cervello, che risponde riprogrammando i muscoli posturali.

Va anche considerato che il rischio di caduta aumenta con l’aumentare della età, con il crescere del numero delle patologie presenti, con l’aumento dei farmaci assunti nell’arco della giornata. Alcuni farmaci in particolare, come gli psicofarmaci, i farmaci attivi sulla ipertensione arteriosa, gli antidiabetici, gli antidolorifici, da soli o in associazione, facilitano le cadute.

Terapia PEMF TEPS, indicazioni e benefici

I meccanismi d’azione delle PEMF sono in fase di continuo studio ed evidenziano nuove opportunità terapeutiche. È stato, ad esempio, dimostrato come con l’utilizzo della tecnica PEMF chiamata ‘TEPS’ sia possibile ottenere un miglioramento della capacità e della competenza posturale del soggetto in pazienti anche ad alto rischio di caduta indipendente dall’età. La durata della seduta applicativa di circa 10 minuti ed è da ripetere tra i 45 e i 60 giorni. Non presenta controindicazioni, ma non è applicabile ai portatori di pacemaker e alle donne in stato di gravidanza. Risulta, quindi, ormai certamente da considerarsi opportunità terapeutica fondamentale nella prevenzione delle cadute.

Le specifiche della terapia

Dopo l’applicazione della seduta di terapia, facilmente misurabile soggettivamente, anche da parte del paziente, il vantaggio ottenibile sia sulla sua migliorata reattività posturale, sia sulla sua capacità deambulatoria. Studi recenti hanno dimostrato anche che con l’utilizzo e l’applicazione di terapia PEMF TEPS si è infatti in grado di aumentare la velocità del cammino e anche di ottenere una riduzione della cadenza con un consensuale aumento della lunghezza del passo. Questi parametri sono importanti indicatori di una conservata ed efficiente capacità motoria del paziente.

È bene, infine, ricordare che più un soggetto è lento nel camminare, maggiore è il suo rischio di caduta. Attenzione, quindi, ad essere attenti a segni e sintomi di espressione di un impoverimento e di un’inadeguatezza della propria efficienza posturale. Le terapie PEMF stanno diffondendosi nella pratica clinica quotidiana a livello internazionale.

Il farmacista, un alleato della salute

In futuro sarà sempre più necessario valorizzare la figura del Farmacista, seguendo il modello già consolidato in diversi paesi. Già esistono, infatti, esperienze all’estero che confermano come l’attenta verifica del Farmacista possa diminuire errori di posologia dei farmaci prescritti dal Medico. Spesso il paziente o il suo famigliare sottostima l’importanza della corretta assunzione dei farmaci prescritti al momento della valutazione medica. Errori frequenti sono la scorretta assunzione in termini di orario, quantità o qualità dei farmaci assunti. Grande è l’aiuto che può essere fornito anche da tutto il personale impegnato nell’assistenza (Infermieri in primis), che potrebbero monitorare nel percorso assistenziale la corretta assunzione dei farmaci, individuando la possibile comparsa di effetti collaterali.

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Approfondimenti:

Primo – LOW-ENERGY PULSED ELECTROMAGNETIC FIELD THERAPY REDUCES PAIN IN FIBROMYALGIA: A RANDOMIZED SINGLE-BLIND CONTROLLED PILOT STUDY

Secondo studio - LOW-INTENSITY PULSED ELECTROMAGNETIC FIELDS IMPROVE PHYSICAL PERFORMANCE IN A DOSE-DEPENDENT MANNER: AN OBSERVATIONAL STUDY IN OLDER ADULTS WITH RHEUMATIC DISEASES

Terzo studio – A short review on the influence of magnetic fields on neurological diseases

Dott. Massimo Giovale, geriatra

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