martedì, Maggio 20, 2025
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Aifa approva l’immunoterapia in fase precoce per melanoma e tumore dei polmoni

L’immunoterapia segna un nuovo traguardo nella lotta contro il melanoma e il tumore del polmone in fase precoce. L’Agenzia Italiana del Farmaco (AIFA) ha infatti ampliato la rimborsabilità di nivolumab, un trattamento immunoterapico, sia per i pazienti con melanoma in stadio IIB e IIC sottoposti a resezione completa, sia per il carcinoma polmonare non a piccole cellule in fase iniziale, migliorando le prospettive di guarigione.

Maggiore sopravvivenza per i pazienti con melanoma

L’approvazione di nivolumab per il trattamento adiuvante del melanoma in stadio IIB e IIC si basa sui dati dello studio clinico CheckMate -76K, che ha evidenziato un aumento significativo della sopravvivenza libera da recidiva. A tre anni, il 71% dei pazienti trattati con nivolumab non ha sviluppato recidive, con una riduzione del rischio del 38%. Anche la sopravvivenza libera da metastasi a distanza è migliorata, con tassi del 79% a 36 mesi.

“I pazienti con la malattia di stadio IIB e IIC sono a rischio elevato di recidiva. Circa un terzo dei pazienti di stadio IIB e metà di stadio IIC vanno incontro a ripresa di malattia entro cinque anni dall’intervento chirurgico”, spiega Paolo Ascierto, Direttore dell’Unità di Oncologia Melanoma, Immunoterapia Oncologica e Terapie Innovative dell’Istituto Tumori “Pascale” di Napoli. “I risultati dello studio CheckMate -76K rappresentano un progresso significativo”.

L’approvazione di AIFA permette di anticipare il trattamento immunoterapico, riducendo il rischio di recidiva e aumentando il numero di pazienti che possono guarire. La terapia adiuvante con nivolumab dura solo un anno e si inserisce in un contesto in cui, nel 2024, sono stati stimati circa 13.000 nuovi casi di melanoma in Italia.

Tumore del polmone: più pazienti vivi grazie all’immunoterapia

Anche nel tumore del polmone in fase precoce, l’immunoterapia ha dimostrato un impatto positivo. AIFA ha infatti approvato la rimborsabilità di nivolumab in combinazione con chemioterapia a base di platino come trattamento neoadiuvante per il carcinoma polmonare non a piccole cellule resecabile ad alto rischio di recidiva nei pazienti con espressione tumorale di PD-L1.

I risultati dello studio CheckMate -816 confermano il beneficio della terapia: il 79% dei pazienti trattati con nivolumab più chemioterapia è vivo a quattro anni, contro il 62% di coloro che hanno ricevuto solo la chemioterapia. “Il carcinoma polmonare non a piccole cellule è la forma più comune di tumore del polmone e rappresenta circa l’85% dei casi”, spiega Francesco Grossi, Professore Ordinario di Oncologia Medica all’Università degli Studi dell’Insubria di Varese.

In Italia, il tumore del polmone è tra le neoplasie più frequenti, con quasi 45.000 nuove diagnosi nel 2024. Grazie all’immunoterapia precoce, i tassi di sopravvivenza libera da eventi a quattro anni risultano superiori nel gruppo trattato con nivolumab e chemioterapia (65%) rispetto alla sola chemioterapia (42%).

“Avere a disposizione questa opzione terapeutica in Italia significa offrire ai pazienti una strategia innovativa, che ha già dimostrato un impatto positivo sugli esiti clinici, migliorando la sopravvivenza libera da recidiva e aumentando il numero di pazienti che possono beneficiare di una chirurgia potenzialmente guaritiva”, sottolinea Grossi.

Nuove prospettive nella lotta ai tumori

L’estensione della rimborsabilità di nivolumab rappresenta un importante passo avanti nella cura del melanoma e del tumore del polmone. L’anticipazione del trattamento immunoterapico consente non solo di migliorare la sopravvivenza, ma anche di aumentare il numero di pazienti che possono ambire a una guarigione completa.

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