L’obiettivo del 2023 è chiaro: evitare gli sprechi. Se tutti possiamo fare una piccola parte cercando di fare una spesa più oculata, cucinare le giuste dosi di cibo, riciclare tutto il riciclabile, non tutti sanno che esiste un’applicazione che da anni sta cercando di dare nuova vita agli avanzi. Sono quasi trentamila i pasti al mese acquistati per pochi euro. Cibo spesso preparato da poco, a disposizione sia di chi non si può permettere una spesa al supermercato o ha la consapevolezza di quanto il cibo sia un bene essenziale, da preservare. In tutta Italia, compreso a Genova, sono migliaia le persone che si servono di Too Good To Go, la app che combatte lo spreco alimentare e, nel farlo, va incontro anche ai bisogni di chi vive in stato di difficoltà.
A cosa serve Too Good To Go?
Too Good To Go permette a bar, ristoranti, forni, pasticcerie, supermercati e hotel di recuperare e vendere online, a prezzi super ribassati, il cibo invenduto, appunto “troppo buono per essere buttato”. Al cliente viene dato in un sacchetto, o il giorno dopo o la sera stessa appena dopo la chiusura del locale, contenente i prodotti che spesso sono a sorpresa. Too Good To Go è nata nel 2015 in Danimarca con l’obiettivo di combattere lo spreco alimentare ed è attualmente presente in 15 paesi d’Europa, negli Stati Uniti e in Canada.
Qualche dato in più
Su dieci confezioni che vengono messe a disposizione attraverso la app, in media otto vengono vendute, dicono i dati ufficiali. “È una grande soddisfazione”, spiega Eugenio Sapora, country manager di Too Good To Go. “L’uscita dalla pandemia ci vede ancora più impegnati, perché durante il lockdown avevamo scelto di non incentivare l’uscita di casa, limitandoci a essere attivi con i supermercati aderenti, che comunque rappresentavano il fulcro della vendita alimentare. Col ritorno alla normalità abbiamo avuto una vera esplosione di richieste da esercenti e di utilizzo del servizio, ritrovandoci a dover quadruplicare il nostro personale”. C’è poi un risvolto ambientale della lotta allo spreco alimentare. Secondo i parametri Fao, ogni anno vengano sprecate 1,3 miliardi di tonnellate di cibo commestibile, che equivalgono alle emissioni di 3,3 miliardi di tonnellate di CO2). Questo significa che ogni chilo di cibo sprecato equivale a 2,5 kg di CO2. Considerando il valore medio di un chilo per ogni pasto distribuito da Too Good To go, si può dire che l’impegno e la sensibilità dei milanesi consente di abbattere 70 tonnellate di C02 ogni mese.