La storia della signora Lina Martelli è un racconto di resilienza che si estende per oltre otto decenni. A 98 anni, si è finalmente liberata di due proiettili nella gamba che portava con sé dalla Seconda guerra mondiale.
La storia di Lina Martelli
Originaria di Gabbiana, una frazione del comune di Castellucchio nel Mantovano, la signora Lina è stata coinvolta in un tragico bombardamento aereo che ha colpito la sua famiglia quando aveva solo 15 anni. L’episodio, risalente a 84 anni fa, ha lasciato Lina e i suoi familiari gravemente feriti. Durante l’attacco, due proiettili si conficcarono nella sua gamba destra, dove rimasero intrappolati per decenni. Lina torna con la mente a quel giorno del 1940. “Passò ‘Pippo’, l’aereo dei bombardamenti. Voleva colpire un camioncino e invece centrò in pieno la mia famiglia. Ero con mamma, papà, i nonni e 4 fratelli. Rimasero tutti feriti”. Fu Lina, che aveva 15 anni, a riportare le ferite più gravi. In ospedale fecero quel che poterono: “Provarono a togliermi i proiettili – ricorda – ma non ci riuscirono”.
Solo di recente, grazie a un intervento eseguito all’ospedale Carlo Poma – Asst di Mantova, la signora Lina è stata finalmente liberata da quel dolore persistente che portava con sé da così tanto tempo. Sottoposta a un’operazione d’urgenza in Chirurgia vascolare, i medici hanno rimosso i reperti di quei vecchi proiettili, che avevano causato la rottura di un’arteriola muscolare e un ematoma post traumatico.
L’intervento di rimozione dei proiettili
L’intervento non è stato solo un’operazione per rimuovere i proiettili, ma anche un atto di cura che ha permesso alla signora Lina di migliorare la qualità della sua vita. Dopo l’asportazione dei proiettili e delle parti metalliche, è stato necessario procedere con l’emostasi e la ricostruzione dei tessuti. Successivamente, la paziente è stata ricoverata in Nefrologia e Dialisi per affrontare le conseguenze dell’ematoma post-trauma.
Nonostante la sua età avanzata e le sfide mediche che ha affrontato nel corso degli anni, la signora Lina mostra una straordinaria forza interiore per andare avanti. Dopo la guerra, si è sposata con Attilio e si è trasferita a Rivalta sul Mincio. Anche se il marito non è più con lei, e non hanno avuto figli, la signora Lina ha trovato conforto nella sua grande famiglia, con tanti nipoti da amare.
Oggi, finalmente libera dal peso dei proiettili che ha portato con sé per così tanti anni, la signora Lina sta meglio. Nonostante le sfide quotidiane e le frequenti visite in ospedale per l’emodialisi, mantiene uno spirito indomito e una prospettiva positiva sulla vita. “Io sto meglio, ora”, dice con gratitudine, “Per il resto, sarà quel Dio vorrà”. La sua storia è un monito di speranza e forza di volontà, un esempio di come anche nelle situazioni più difficili, la resilienza umana possa trionfare.