Lifting delle cosce – Intervista al Dott. Franco Migliori, chirurgo plastico
Il lifting delle cosce è uno degli interventi maggiormente richiesti in chirurgia estetica, in particolare tra il genere femminile. Soprattutto nell’interno coscia, la pelle risulta molto fine ed è quindi soggetta ad un rilassamento frequente nonché ad una perdita di elasticità importante che crea un inestetismo estetico rilevante.
Ai microfoni di Qui Salute Magazine il Dott. Franco Migliori, chirurgo plastico con più di 40 anni di esperienza, ha risposto a qualche domanda a riguardo.
Dott. Migliori, cos’è il lifting delle cosce?
Il lifting delle cosce è un’intervento chirurgico di un’invasività medio-alta che serve per correggere il collassamento della parte interna delle cosce, ovvero la loro faccia mediale: è da specificare quindi che non si interviene sulla parte laterale.
Per chi è consigliato questo tipo di intervento?
Di solito le pazienti candidate per questo tipo di intervento sono coloro che hanno perso molta massa corporea (per esempio ex casi di obesità che hanno subito trattamenti di varia natura per perdere grossi quantitativi di massa). Una delle conseguenze classiche di questo tipo di percorsi è quella del collassamento di tutta la fascia interna delle cosce, problema che viene risolto da questo intervento.
Come ci si prepara all’intervento?
Sono necessari i normali esami pre-operatori che si effettuano per qualsiasi tipo di intervento in anestesia generale: dagli esami sierologici all’elettrocardiogramma.
Entriamo nel concreto: come si svolge l’intervento di lifting delle cosce?
Il lifting delle cosce si può effettuare in anestesia generale, ma anche tramite quella spinale. Quest’ultimo è un tipo di anestesia che si presta bene poiché viene addormentato tutto il corpo dalla vita in giù: la paziente rimane sveglia, ma non sente assolutamente nulla.
L’intervento dura almeno 2 ore e mezza. La posizione sul tavolo operatorio è quella ginecologica, ovvero con le gambe appoggiate ai pastorali (supporti per le gambe).
La fase di escissione viene effettuata in questa posizione, mentre durante la fase di correzione e montaggio delle parti corrette, la gamba viene distesa e poi ritirata su, con una serie di passaggi operatori. Si tratta quindi di un intervento che coinvolge aree di invasione chirurgica abbastanza ampie.
L’intervento lascia cicatrici?
L’intervento lascia delle cicatrici che partono dalla parte mediana della piega inguinale anteriore, corrono lungo tutta l’attaccatura interna della coscia e girano dietro fino al solco sotto gluteo. Solitamente la cicatrice è lunga 25-30 cm, ma cade in una piega naturale del corpo abbastanza nascosta. Una volta concluso l’iter di cicatrizzazione, a distanza di qualche mese dall’intervento, la cicatrice risulta poco visibile: in posizione eretta, anche in costume da bagno, è difficile che si possa identificare.

In cosa consiste il decorso post-operatorio?
Il decorso post-operatorio dura circa 1 mese e mezzo.
All’inizio sono necessarie medicazioni e controlli abbastanza frequenti presso lo studio del chirurgo perché si tratta di un’area chirurgica vicina alle aree genitali, le quali, per loro natura, non sono sterili. Per questo motivo sono ferite da seguire con particolare attenzione, da disinfettare spesso perché è maggiore il rischio di infezione.
Oltre a ciò, come in tutti gli interventi di rimodellamento corporeo, la paziente dovrà indossare una guaina dal ginocchio fino alla vita, che dovrà essere tenuto tassativamente 24/24h per un mese e mezzo dopo l’intervento.
Per questi motivi è richiesto un po’ di impegno da parte della paziente. Vien da sé che si tratta di un intervento che è preferibile programmare durante le stagioni più fredde, da ottobre fino a Marzo/Aprile.
Quando si può tornare alla normale attività fisica?
Se una paziente nel corso della giornata svolge attività sedentarie, nel giro di 7-10 giorni è già in condizioni di fare le cose di tutti i giorni. Se invece le attività comprendono sforzi negli arti inferiori bisogna rispettare tutto il periodo di stabilizzazione delle ferite (quindi circa 1 mese e mezzo) in cui bisogna indossare la guaina. Ovviamente tutte queste cose dipendono da persona a persona e dalle diverse attività svolte. E’ un discorso che diventa personalizzato e quindi valutato caso per caso.
Ci sono possibili rischi e complicanze?
Il rischio è che le ferite possano infettarsi oppure che parti delle stesse si possano riaprire. Può anche succedere che parti della ferita possano avere piccole aree di necrosi. Sono tutte cose che costringono a lunghe medicazioni che, se non efficaci, portano ad ulteriori ritocchi chirurgici minori (non comparabili comunque alla complessità dell’intervento originario).
Sono complicanze descritte in letteratura scientifica e quindi bisogna averle presenti.