giovedì, Marzo 27, 2025
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Pacemaker: come donare il giusto ritmo al cuore – Dott. Luigi Martinelli, cardiochirurgo

Quando il ritmo del cuore si altera, compromettendo la capacità di mantenere una frequenza cardiaca adeguata, il rischio per la vita è concreto. In questi casi, la medicina moderna interviene con il pacemaker (tradotto letteralmente come “marca-passi”), un dispositivo elettronico avanzato che ripristina un ritmo cardiaco compatibile con le necessità dell’organismo. Scopriamo in cosa consiste e quando si rende necessario il suo utilizzo insieme al Dott. Luigi Martinelli, illustre cardiochirurgo.

Pacemaker: quando è necessario e come funziona

Il pacemaker è necessario in caso di aritmie cardiache gravi, come la bradicardia, in cui il battito del cuore è anormalmente lento. “Quando la frequenza cardiaca scende sotto certi livelli – ad esempio 30-40 battiti al minuto o quando si verificano pause superiori a 3-4 secondi – il rischio di un arresto cardiaco aumenta significativamente. In queste condizioni, l’afflusso di sangue al cervello può interrompersi, con gravi conseguenze neurologiche, soprattutto se il cervello non viene irrorato dal sangue per 3-4 minuti,” spiega il cardiochirurgo.

Il pacemaker è progettato per prevenire queste situazioni critiche. “Questo piccolo dispositivo, della durata di circa 12 anni e delle dimensioni di un orologio, viene inserito sottocute, solitamente sul lato sinistro del petto. Attraverso un sottilissimo catetere, il pacemaker viene collega a una struttura del cuore, che può essere l’atrio o il ventricolo, o entrambe, garantendo che il cuore mantenga un ritmo regolare e adeguato alle esigenze della vita quotidiana”.

“Chi indossa il pacemaker – sottolinea il Dott. Martinelli – può condurre una vita normale, senza più sentirsi debole o a corto di forze durante gli sforzi fisici”.

Questo dispositivo non è solo un mezzo per correggere un’anomalia, ma una vera e propria ancora di salvezza che migliora la qualità di vita, restituendo energia e sicurezza ai pazienti.

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