La prevenzione dell’Epatite C
L’epatite C è una malattia infettiva causata da un’infezione dovuta al virus HCV che rappresenta una delle principali cause di trapianto epatico e di sviluppo di epatite cronica, cirrosi epatica e epatocarcinoma. Il contagio avviene attraverso il contatto con il sangue di una persona infetta, quindi maggior pericolo di infezione deriva dallo scambio di siringhe, da interventi chirurgici con strumenti non sterilizzati, da tatuaggi e piercing fatti con strumenti non sterili. È possibile, anche se meno probabile essere contagiati durante i rapporti sessuali con persone infette.
Come si manifesta l’epatite C?
L’epatite C acuta si sviluppa generalmente da 1 a 3 mesi dopo l’infezione e decorre per lo più in maniera asintomatica. Segnali caratteristici della sua presenza possono essere: febbre, stanchezza, colorazione giallastra della pelle (ittero), urine scure, feci chiare, nausea e vomito. L’epatite acuta ha una durata di 2-12 settimane, potendo essere più o meno grave e prolungata nel tempo, ma quasi mai mortale.
Nel 70-80 % delle persone contagiate invece l’infezione resta silente e si cronicizza. Di solito queste persone sopravvivono per anni senza avere sintomi. Però nel 5-30 %, dei casi, l’infezione degenera dopo diverse decine d’anni in cirrosi epatica con la comparsa di prurito cutaneo, perdita di peso, gonfiore e accumulo di liquido a livello delle gambe e dell’addome (ascite), facili sanguinamenti ed elevato rischio di sviluppare un carcinoma epatocellulare.
Campagna di screening gratuiti
In quasi tutte le Regioni Italiane è iniziata da parte delle ASL la campagna di screening per l’epatite C, rivolta alle persone nate dal 1969 al 1989. Lo screening prevede un semplice prelievo di sangue per la ricerca degli anticorpi rivolti contro il virus dell’epatite C (HCV Ab) su prelievo di sangue venoso. In caso di positività a questo test, il laboratorio, sullo stesso campione di sangue, effettuerà contestualmente la ricerca della presenza del virus attraverso la quantificazione dell’RNA virale (reflex testing).
In caso di conferma della positività attraverso la ricerca del virus nel sangue (HCV RNA positivo), la ASL fisserà un colloquio per fornire le informazioni necessarie per un eventuale trattamento, le misure di prevenzione e l’invio tempestivo a uno dei centri clinici autorizzati alla prescrizione dei farmaci antivirali ad azione diretta (DAA) per la terapia dell’epatite C cronica.
Attualmente, le cure si basano sull’impiego di una combinazione di farmaci antivirali per un periodo variabile dalle 8 alle 24 settimane.
Nei casi gravi di cirrosi associati ad una seria compromissione del funzionamento del fegato e nei casi di tumore (epatocarcinoma) può anche essere necessario il trapianto di fegato.
Articolo a cura della Dott.ssa Irene Olivieri