lunedì, Novembre 10, 2025
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Dietro-front del governo: in arrivo 10 milioni nel 2024 per il fondo sui disturbi alimentari

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Nella giornata di ieri il ministro della Salute, Orazio Schillaci, nel corso di un questione time alla Camera, ha assicurato che verranno erogati i soldi anche nel 2024 al Fondo per il contrasto ai disturbi della nutrizione e alimentazione. “Al fine di garantire la presa in carico dei pazienti ho deciso, con un emendamento al Milleproroghe – ha spiegato Schillaci –, di mettere a disposizione del Fondo straordinario, pur in assenza di una completa rendicontazione delle Regioni, 10 milioni di euro per il 2024”. Ha poi aggiunto, che “con l’entrata in vigore del nuovo tariffario e dell’aggiornamento dei Lea, sarà garantita la piena copertura finanziaria per l’erogazione delle prestazioni in modo strutturale, rendendo non più necessario un qualsivoglia fondo straordinario”. Inoltre, si menziona che il numero di prestazioni di assistenza ambulatoriale esentate per i pazienti affetti da bulimia e anoressia sarà aumentato a 32.

Il governo aveva deciso di tagliare il fondo per i disturbi alimentari, istituito dal governo Draghi con la Legge di Bilancio 2022. Questo fondo, che aveva un finanziamento di 25 milioni di euro distribuiti su due anni, era stato creato per supportare le Regioni nella lotta contro i disturbi della nutrizione e dell’alimentazione. In particolare, doveva essere utilizzato per aggiornare i Livelli Essenziali di Assistenza riguardanti anoressia, bulimia e il disturbo da alimentazione incontrollata (Binge Eating Disorder o BED).

Il taglio del fondo per i disturbi alimentari aveva suscitato notevoli polemiche a causa dell’assenza di una nuova previsione di finanziamento per affrontare e curare queste patologie.

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La reazione di Stefano Tavilla, presidente di “Mi nutro di vita”

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Tramite i suoi social, è arrivata puntuale la risposta di Stefano Tavilla, presidente di “Mi nutro di vita”, associazione per la lotta ai disturbi del comportamento alimentare, e soprattutto papà di Giulia, scomparsa ad un passo dal ricovero in una struttura idonea alla cura del suo grave disturbo alimentare.

Riguardo la dichiarazione di Schillaci sul fatto che “le Regioni e le Province autonome hanno impegnato il 59% del finanziamento e speso solo il 3% del finanziamento complessivo”, Tavilla spiega che “quel fondo aveva una sua struttura in cui doveva corrispondere prima un progetto da parte di una regione, poi l’approvazione del Ministero, dopodiché il 50% di questo progetto doveva essere portato a compimento. Da lì la prima erogazione di fondi. Una volta concluso il progetto, sarebbe arrivata l’erogazione complessiva. Ad oggi, mancando ancora 10 mesi, è normale che siamo ancora al 59% dei fondi erogati”

A proposito dell’assistenza specialistica ambulatoriale e le esenzioni per il monitoraggio del disturbo, Tavilla sottolinea che “il vero problema è arrivare all’ambulatorio. Se vado tramite Sistema Sanitario Nazionale è vero che ho delle esenzioni, ma se devo aspettare un anno per fare una visita, non me ne faccio nulla. È inutile dare esenzioni se poi a queste è difficile accedere. Vanno implementati i luoghi di cura, una categoria, una rete, che nella maggior parte delle regioni non esiste”.

“In considerazione della gravità gli assistiti potranno usufruire dell’accesso diretto con impiego di metodi e strumenti basati sulle più aggiornate evidenze scientifiche” ha dichiarato Schillaci. Tavilla replica spiegando che bisogna intervenire con queste strumentazioni già al principio della malattia e non solo quando si presenta in forma grave. “Quindi per accedere a delle cure efficienti dobbiamo presentarci in maniera grave? I metodi e gli strumenti basati sulle più aggiornate evidenze scientifiche dovrebbero essere alla base del sistema, in modo che diminuisca sempre di più il numero di gravità” spiega il presidente di “Mi nutro di vita”.

“Questi 10 milioni non spostano nulla. Ciò che può smuovere qualcosa è l’attuazione della legge che sancisce l’autonomia nei livelli essenziali di assistenza di queste malattie, scorporandolo dalla salute mentale, non perché non ne abbiano le caratteristiche, ma perché servono cure complesse dedicate e uniformi in tutto il territorio”, conclude Stefano Tavilla.

Le proteste delle associazioni

Non si arrestano quindi le proteste delle associazioni per i tagli al Fondo per il contrasto dei disturbi della nutrizione e dell’alimentazione che sfoceranno venerdì 19 gennaio in manifestazioni in numerose città italiane. Ben 28, come riporta sul suo sito la Fondazione Fiocchetto Lilla, che è tra i promotori della mobilitazione, sottolineando come i Dca siano “triplicati dopo il Covid”, al contrario dei posti per curarsi e soprattutto come questo tipo di disturbo colpisca più di 4 milioni di persone e causi “quattro mila morti accertate ogni anno”. Anche il Pd parteciperà alle iniziative di piazza, come ha spiegato il deputato Marco Furfaro, replicando al ministro in Aula. Secondo il parlamentare dem, infatti, “è una vergogna che il ripristino delle risorse arrivi dopo la protesta delle opposizioni e la mobilitazione delle associazioni”.

I dati

I dati indicano che circa 3,5 milioni di persone, corrispondenti al 5% della popolazione, soffrono di disturbi alimentari. Di questi, oltre 2 milioni sono giovani al di sotto dei 25 anni, l’età media delle vittime fatali. Ogni anno, si verificano circa 4.000 decessi a causa della mancanza di adeguate cure per questo tipo di disturbi. I numeri evidenziano la necessità di affrontare i DCA non solo come una questione di emergenza sanitaria, ma anche come un problema sociale urgente.

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