Il 2 e il 3 luglio si è svolto a Salerno il primo Convegno Internazionale dell’Associazione Italiana Misofonia (AIMIF), realizzato in collaborazione con il Centro Internazionale di Psicologia e Psicoterapia Strategica e il patrocinio deII’Ordine Psicologi della Regione Campania.
«Eccezione fatta per gli addetti ai lavori – spiega Mario Campanino, Presidente dell’Associazione Italiana misofonia – oggi in Italia sono ancora troppo poche le persone che sanno cosa sia realmente la misofonia e quali disturbi quotidiani comporti per i soggetti che ne sono affetti. Proprio per questo, il convegno è nato con due fondamentali intenti: diffondere in maniera capillare la cognizione di questo disturbo e farne così una patologia riconosciuta a livello medico tale da garantire agevolazioni quotidiane e sostegno concreto».
La misofonia
Il termine “misofonia”, coniato nel 2001 dai neuroscienziati statunitensi Pawel e Margaret Jastreboff, definisce una sindrome neuro-comportamentale caratterizzata da una accresciuta eccitazione del sistema nervoso autonomo e reattività emotiva negativa, come irritazione, rabbia e ansia, in risposta a una ridotta tolleranza a suoni specifici come quelli della masticazione e della respirazione altrui.
Le persone con misofonia sono di solito infastidite dall’esposizione a uno stimolo visivo o uditivo ritenuto ordinario da altri. A causa di questo fastidio prodotto da stimoli sensoriali, però, i soggetti misofonici possono sviluppare un intenso stato ansioso e comportamento evitante, tale da generare una riduzione della capacità di socializzazione: con oggettivi contraccolpi, in alcuni casi anche particolarmente gravi, sulla vita familiare, sociale e lavorativa.
«Attenzionarsi alla conoscenza dei sintomi, sia per le famiglie sia per il mondo medico-scientifico – conclude Campanino – significherà rendere sempre meno ampia la distanza tra i soggetti che ne sono affetti e il resto della popolazione».