Nel corso di quattro giorni intensi e carichi di emozioni, l’Ospedale Pediatrico Bambino Gesù di Roma ha ospitato una maratona trapiantologica senza precedenti, durante la quale sono state salvate cinque vite umane. Questa eccezionale dimostrazione di solidarietà e dedizione ha coinvolto il lavoro instancabile di numerosi professionisti medici e il prezioso gesto di due donatori e delle loro famiglie.
L’incredibile sequenza di trapianti ha visto l’esecuzione di cinque interventi in totale, di cui tre hanno coinvolto organi provenienti da un donatore pediatrico, mentre gli altri due hanno avuto origine da un donatore adulto. Questo tour de force medico ha richiesto un impegno senza riserve da parte di chirurghi, anestesisti, rianimatori, radiologi, epatologi, nefrologi, infermieri e altri professionisti sanitari coinvolti in ogni fase del processo.
Gli interventi
Il primo donatore, di età pediatrica, ha permesso il prelievo di fegato e reni che hanno portato nuova speranza a tre pazienti del Bambino Gesù. Una bambina di cinque anni, in lista di attesa da mesi per una cirrosi biliare, ha ricevuto una parte del fegato, mentre due ragazze adolescenti, una affetta da nefronoftisi e l’altra da rene policistico e idronefrosi, sono state finalmente liberate dalla dialisi grazie ai nuovi reni trapiantati.
La seconda fase della maratona ha visto l’utilizzo di un fegato proveniente da un donatore adulto, un’opportunità che ha permesso di eseguire una procedura innovativa di split liver. Questo metodo, che prevede la suddivisione del fegato in due parti destinate a due pazienti diversi, rappresenta un avvenimento straordinario sia per la sua esecuzione durante la perfusione che per la sua rarità sia in Italia che nel mondo.
Due giovani pazienti hanno beneficiato di questa procedura: una bambina di otto anni con epatite fulminante e una ragazza di quattordici anni affetta da malattia di Wilson. Entrambe erano in lista di attesa e hanno ricevuto una nuova speranza di vita grazie alla generosità del donatore e alla competenza degli operatori sanitari coinvolti.
La maratona trapiantologica è stata un successo non solo grazie alle competenze mediche e alla tecnologia avanzata impiegate, ma soprattutto grazie alla straordinaria generosità dei donatori e delle loro famiglie. Senza il loro gesto altruistico, queste cinque vite non avrebbero avuto la possibilità di un nuovo inizio.


