lunedì, Novembre 10, 2025
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Dal microbioma intestinale alla rigenerazione del fegato: scoperti quattro batteri che lo aiutano a guarire

E se la soluzione per curare il fegato si trovasse all’interno dell’intestino? La ricerca scientifica ha individuato quattro alleati invisibili che potrebbero rivoluzionare le terapie per migliaia di pazienti: batteri benefici in grado di riparare i tessuti epatici, ridurre l’infiammazione e contrastare i danni provocati dall’alcool e da altre patologie che, solo in Italia, causano oltre 20mila decessi ogni anno.

L’importante ruolo del microbioma intestinale

I nuovi studi confermano il ruolo fondamentale del microbioma intestinale nella rigenerazione e nel benessere del fegato, aprendo prospettive concrete per sviluppare terapie mirate e personalizzate. L’interazione tra intestino e fegato, il cosiddetto asse intestino-fegato, si dimostra infatti cruciale nei processi di guarigione e rigenerazione cellulare. Di questo si è discusso anche all’VIII Congresso della Società Italiana di Nutrizione Clinica (SINuC), che si è svolto a Napoli dal 20 al 22 ottobre, durante una sessione congiunta con l’Associazione Italiana per lo Studio del Fegato (AISF).

Le parole del presidente SINuC

“Il microbioma intestinale umano – spiega il professor Maurizio Muscaritoli, presidente SINuC – è un ecosistema complesso composto da trilioni di microrganismi. Non è un semplice ‘ospite’ del nostro organismo, ma un attore attivo nel mantenimento della salute, grazie ad un sofisticato dialogo bidirezionale con il fegato, noto come asso intestino-fegato.”

Secondo Muscaritoli, si tratta di una rete di comunicazione biologica straordinaria: metaboliti prodotti dai batteri intestinali, come acidi biliari, acidi grassi a catena corta e indoli, influenzano direttamente il funzionamento del fegato, che a sua volta regola la composizione del microbiota attraverso la produzione di bile. Alcune specie batteriche, in particolare, mostrano effetti rigenerativi e protettivi sul tessuto epatico.

Le quattro protagoniste individuate dalla ricerca

Lactobacillus plantarum, rafforza la barriera intestinale, accelera la guarigione del fegato dopo interventi chirurgici, riduce l’accumulo di grassi e migliora la funzionalità generale dell’organo.

Akkermansia muciniphila, batterio emergente e promettente, favorisce la rigenerazione epatica, riduce l’infiammazione e previene la steatosi epatica, migliorando al contempo la salute dell’intestino.

Facecalibacterium prausnitzii e Lactobacillus rhamnosus GG, aiutano a proteggere il fegato dai danni da alcool, limitano l’infiammazione sistemica e contribuiscono e regolare il metabolismo dei grassi.

Scoperte che aprono nuove strade per la cura del fegato

Queste scoperte offrono nuove chiavi di lettura per comprendere e trattare patologie complesse come la MASH (Steatoepatite Metabolico-Associata, in passato chiamata NASH), la cirrosi epatica, il carcinoma epatocellulare e le malattie infiammatorie intestinali. In tali condizioni, uno squilibrio del microbioma – la cosiddetta disbiosi – può favorire il passaggio di sostanze tossiche attraverso la parete intestinale (“leaky gut”), contribuendo così al danno epatico.

Le prospettive terapeutiche future potrebbero includere l’uso mirato di specifici ceppi batterici, l’assunzione di prebiotici che stimolino la crescita dei microbi benefici, oppure tecniche più avanzate come il trapianto di microbiota fecale (FMT) e approcci di medicina di precisione basati sul profilo batterico individuale. “Siamo di fronte a un vero cambio di paradigma nella comprensione e nel trattamento delle malattie del fegato – conclude Muscaritoli –. Poter modulare il microbioma intestinale per migliorare la salute epatica apre scenari terapeutici completamente nuovi.”

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