venerdì, Novembre 7, 2025
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Sostenibilità e tratta delle navi: un mare che chiede rispetto

Quando si parla di salute e benessere, è naturale pensare al corpo umano, all’alimentazione o all’attività fisica. Ma il nostro equilibrio dipende anche, e sempre di più, da quello del pianeta. L’ecologia e la sostenibilità sono ormai parte integrante del concetto di salute globale: non può stare bene l’uomo se non sta bene l’ambiente in cui vive. E il mare, oggi, è uno dei grandi protagonisti (e allo stesso tempo vittime) di questa sfida.

Il trasporto marittimo come motore commerciale

Negli ultimi decenni, il trasporto marittimo è diventato il principale motore del commercio mondiale: oltre il 90% delle merci viaggia per mare. Un sistema gigantesco, efficiente, ma anche altamente inquinante. Secondo l’International Maritime Organization (IMO), le navi sono responsabili di circa il 3% delle emissioni globali di anidride carbonica, più di quelle prodotte da interi Paesi industrializzati. E non è tutto: il traffico navale contribuisce all’inquinamento acustico, alla dispersione di microplastiche e allo sversamento dei carburanti e sostanze tossiche in mare.

L’impatto sulla salute umana

Tutti questi fattori hanno un impatto diretto non solo sull’ecosistema marino, ma anche sulla salute umana. L’inquinamento marino si riflette sulla catena alimentare: pesci e molluschi accumulano sostanze tossiche e microplastiche che poi arrivano sulle nostre tavole. L’aria delle zone portuali, spesso carica di ossidi di zolfo e azoto prodotti dai motori delle navi, è associata a problemi respiratori, cardiovascolari e neurologici nelle popolazioni costiere.

Ecco perchè parlare di sostenibilità marittima significa anche parlare di benessere collettivo. Negli ultimi anni, l’industria navale sta cercando di cambiare rotta: si sperimentano carburanti alternativi come l’ammoniaca o l’idrogeno verde, motori elettrici, e persino vele hi-tech che sfruttano il vento per ridurre i consumi. Alcune compagnie hanno introdotto protocolli di green shipping e si moltiplicano le iniziative per il riciclo delle navi dismesse, in modo da ridurre l’impatto ambientale del cosiddetto shipbreaking, che in molti Paesi avviene ancora in condizioni disumane e altamente inquinanti.

I porti come hub ecologici per le navi

Anche i porti si stanno trasformando: da semplici scali commerciali a hub ecologici, dotati di impianti per fornire energia elettrica alle navi ormeggiate (evitando l’uso dei motori) e sistemi di raccolta dei rifiuti e delle acque di zavorra, spesso responsabili dell’introduzione di specie invasive nei nostri mari.

Ma la sostenibilità del mare passa anche da gesti quotidiani: scegliere prodotti locali riduce la necessità di trasporti a lunga distanza; sostenere aziende che adottano pratiche di commercio sostenibile significa contribuire ad un’economia più pulita; promuovere l’educazione ambientale, infine, è il modo migliore per sensibilizzare le nuove generazioni sul valore dell’oceano.

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