Linus e la corsa, una delle sue grandi passioni
Il motto di Pasquale Di Molfetta in arte Linus è “Run like a Deejay” e lo è oramai da tanti anni. Insieme al direttore artistico di RadioDeejay e conduttore del famoso programma “Deejay Chiama Italia”, però non parliamo di musica ma di corsa, una delle sue più grandi passioni che lui stesso cerca annualmente di festeggiare organizzando la DeejayTen, la maratona a cui tutti possono partecipare. A Linus piace pensare che i suoi ascoltatori pensino che se corre uno come lui, che nella vita è tutto fuorchè un atleta, allora ce la può fare chiunque. A Linus piace correre, lo fa per passione e con la stessa passione cerca di far correre gli altri, agevolato dall’enorme potere che ha la radio di entrare inconsciamente nelle case della gente.
L’intervista a Linus
- Non è il tuo primo amore, perché immagino quello sia la musica, ma come ci si avvicina alla corsa e perché? Cosa c’è di speciale nell’andare a correre? “C’è prima di tutto la passione per l’attività fisica, che ho sempre avuto. Unita al piacere di stare all’aria aperta. Poi, almeno per me, c’era il bisogno di ritrovare qualcosa che mi allontanasse dagli schemi abituali. La radio e la musica sono la mia vita, ma sono comunque un lavoro, quindi spesso una fonte di stress”.
- Quali sono i benefici di questo sport? La cosa bella è che non ha costo e che chiunque può praticarlo? “Chiunque può praticarlo e lo si può fare dovunque. Sotto casa o in vacanza, o nelle trasferte di lavoro. Correre è un modo splendido per esplorare le città, per esempio. E non costa nulla, un paio di scarpe ogni sei mesi a dir tanto. E non è retorica dire che in pantaloncini e maglietta siamo tutti uguali. Dico di più: torniamo uguali a quelli che eravamo da piccoli”.
- Il Covid ha avvicinato tante persone alla corsa: evasione, valvola di sfogo, bisogno, cosa accomuna i corridori? “Si parte quasi sempre in quel momento della vita in cui cominciano ad essere evidenti i segni del tempo che passa, poi i casi sono due: o si viene respinti o diventa una droga. Come dicevo prima, credo sia un bel collegamento col proprio IO più infantile, col fare qualcosa in cambio di nulla, se non la soddisfazione di sentirsi migliore e migliorato”.
- L’idea della Deejay Ten nasce nel 2005 per tua volontà e col passare degli anni le partecipazioni si sono moltiplicate. Quest’anno sarete a Torino, Napoli, Bari, Firenze per poi chiudere a Milano: ti sei dato qualche altro obiettivo? “No, no, l’unico è sempre lo stesso: far tornare a casa la gente felice. La richiesta è tale che potremmo farne una ogni domenica, ma per me cinque sono già troppe. O magari un giorno le trasformeremo in qualcosa di meno “oceanico” e potrebbero diventare una specie di evento itinerante, un po’ alla Forrest Gump. Chissà. Intanto godiamoci le prime edizioni di Torino e Napoli”.
- Come ci si prepara ad una maratona? Allenarsi non basta. “Diciamo che non basta allenare solo il corpo. Dobbiamo far prendere confidenza con quello che proveremo anche allo stomaco e alla testa. Quindi abituarsi ad alimentarsi, a scoprire quali sono le cose che il nostro organismo accetta e quali no. E prepararsi a rispondere “non è un problema mio” quando le nostre gambe ci supplicheranno di fermarci”.
- Ne hai corse tante, qual è quella che più ti è rimasta nel cuore e quella che invece vorresti cancellare? “Mi dispiace essermi ritirato a Berlino (era una domenica caldissima) e non aver corso Boston. Per il resto forse il ricordo più bello è New York 2010, la mia prima volta sotto le tre ore e mezza. Quando chilometro dopo chilometro ti rendi conto che ce la farai. Che emozione. L’ho corsa tutta da sola, e da lì ho sempre fatto così”.
- Ti sei appassionato prima alla corsa o alla bici? Quale dei due sport ti dà maggiore soddisfazione? “Prima la corsa, quasi per caso, all’inizio degli anni duemila. La bici è arrivata dieci anni e parecchi chilometri dopo, insieme con i dolori. Adesso non potrei più farne a meno, e onestamente credo mi sarà più facile continuare a pedalare piuttosto che correre. Ma non è “più bello”, e solo meno doloroso”.
- Correre agevola la pedalata o viceversa? “In realtà muscolarmente sono due sport antagonisti, quindi non si aiutano molto, anzi. Quello che fanno tutti e due è rinforzare la nostra forza aerobica e mentale. Aumentano entrambi la nostra cilindrata e soprattutto la nostra resistenza alla fatica”.