mercoledì, Marzo 26, 2025
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Gaslini, sviluppata nuova terapia per malattia renale cronica

L’IRCCS Giannina Gaslini si distingue nuovamente a livello internazionale nella sperimentazione di terapie avanzate per le malattie rare.

Il team medico e i ricercatori del laboratorio della UOC Nefrologia e Trapianto di Rene dell’Istituto, guidati dal dottor Enrico Eugenio Verrina, hanno recentemente completato con successo uno studio, pubblicato sulla rivista American Journal of Transplantation. Gli autori dello studio, Andrea Angeletti, Sofia Bin, Alberto Magnasco, Maurizio Bruschi, Paolo Cravedi e Gianmarco Ghiggeri, hanno mirato a individuare una terapia efficace per i pazienti affetti da glomerulosclerosi focale segmentaria (FSGS), una grave malattia renale. Questa patologia rappresenta una delle principali cause di insufficienza renale cronica ed è caratterizzata da un alto rischio di recidiva dopo il trapianto renale.

Lo studio

Lo studio ha coinvolto cinque ragazzi affetti da FSGS, sottoposti a trapianto di rene e che hanno subito una recidiva della malattia nelle primissime ore post-trapianto. In ogni caso, è stato adottato un innovativo schema terapeutico basato sulla somministrazione combinata di due anticorpi monoclonali, il rituximab e il daratumumab. Questo approccio mirava a eliminare sia i linfociti B che le loro cellule progenitrici, le plasmacellule. L’eliminazione simultanea di queste popolazioni cellulari, responsabili del processo patologico alla base della malattia, ha portato a una completa remissione in tutti i pazienti. Il trattamento è stato generalmente ben tollerato.

Si tratta di un risultato eccellente, dato che i cinque pazienti avevano sviluppato una recidiva immediata della FSGS sul rene trapiantato, che si era dimostrata resistente al trattamento standard con plasmaferesi e rituximab in monoterapia. Lo studio è stato condotto presso l’Istituto G. Gaslini, in collaborazione con il professor Paolo Cravedi del Mount Sinai Hospital di New York, che ha eseguito l’analisi di caratterizzazione cellulare. A seguito di questa esperienza positiva, ulteriori pazienti sono già stati trattati in altri centri di nefrologia, sia pediatrici che per adulti, in Italia e negli Stati Uniti, a San Francisco e al Mount Sinai Hospital di New York.

Cos’è la FSGS

La glomerulosclerosi focale segmentaria (FSGS) è una malattia renale rara e molto severa, rappresentando una delle principali cause di insufficienza renale cronica. La FSGS si caratterizza per la perdita di albumina nelle urine e la riduzione del volume urinario, che porta all’accumulo di liquidi in diverse parti del corpo e aumenta il rischio di scompenso cardiaco acuto. Più del 50% dei pazienti con FSGS progredisce fino alla necessità di dialisi o trapianto renale. Sebbene colpisca principalmente la popolazione pediatrica, può manifestarsi anche negli adulti. I fattori causali della malattia non sono ancora del tutto conosciuti.

Attualmente, non esistono terapie codificate e con efficacia soddisfacente per la FSGS. La malattia è caratterizzata da un’alta probabilità di recidiva anche dopo il trapianto renale, aumentando il rischio di fallimento del trapianto. Le terapie standard per la recidiva della FSGS post-trapianto includono principalmente la plasmaferesi prolungata e l’infusione dell’anticorpo monoclonale rituximab, la cui efficacia è variabile. Lo studio condotto presso il reparto di Nefrologia dell’IRCCS Gaslini ha esplorato una nuova possibile strada terapeutica attraverso l’uso combinato di rituximab e dell’anticorpo monoclonale daratumumab, ottenendo risultati molto promettenti.

“Lo studio condotto dai nefrologi del Gaslini apre una prospettiva molto promettente per i pazienti affetti da FSGS,” commenta Angelo Ravelli, direttore scientifico del Gaslini. “Questo approccio permette di indurre una completa remissione del processo patologico renale, ottimizzando i risultati del trapianto di rene. La decisione di colpire due diverse popolazioni cellulari del sistema immunitario, implicate nella genesi della malattia, tramite l’azione sinergica di due anticorpi monoclonali diversi rappresenta un’idea originale e innovativa, la cui applicazione su larga scala potrà migliorare significativamente la prognosi di questa grave malattia renale.”

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