lunedì, Novembre 10, 2025
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La posta della psicologa Giulia Gregorini: le sue risposte

La Dott.ssa Gregorini risponde alle domande dei lettori – Qui Salute Magazine

In questo spazio la Dott.ssa Gregorini, psicologa che si occupa di psicoterapia individuale, di coppia e familiare, risponderà a quesiti, dubbi e curiosità che le sono state poste dai nostri lettori. L’obiettivo è fornire input di riflessione generali per favorire la consapevolezza sull’importanza della salute mentale. È importante sottolineare che nessuna interazione può essere paragonabile ad una consulenza specialistica, né ad un intervento di aiuto.

Dottoressa sono single da anni, mi sento sfortunata ed incontro sempre la persona sbagliata. Cosa mi suggerirebbe?

La fortuna è una componente della vita ma quando viviamo delle esperienze reiterate possiamo porci degli interrogativi importanti su noi stessi. Spesso, la razionalità e gli aspetti emotivi più sommersi ed inconsci non sono perfettamente sintonizzati e allineati. A livello razionale si può desiderare molto una relazione di coppia ed è un sano bisogno affettivo ma a livello inconscio possono esserci delle resistenze che chiedono di essere comprese. La condizione perpetuata di “singletudine”, così come l’attrazione reiterata per gli amori “impossibili” può sottendere una carente autostima, un’eccessiva dipendenza dalla famiglia d’origine, il timore di crescere e dell’intimità. Quindi, senza negare la componente della fortuna e senza percepirsi “onnipotenti o totalmente impotenti” è importante poter rintracciare il proprio ruolo attivo negli eventi, ricercare un senso nei comportamenti, favorendo la consapevolezza di sé.

Buongiorno, il mio compagno vorrebbe fare un viaggio in Giappone ma io ho troppa paura dell’aereo. Lui mi dice che sia il mezzo di trasporto più sicuro ma io non riesco a rasserenarmi. Se non andrò con lui andrà con amici ed ho paura che possa tradirmi. Cosa ne pensa? Sono pazza?

A volte i propri pensieri possono sembrare bizzarri ma è importante non giudicarli bensì comprenderli. Nella sua domanda vi sono implicitamente due timori, che richiederebbero di essere approfonditi conoscendo la sua storia e le sue esperienze pregresse. Un input di riflessione importante riguarda i temi del “controllo” e della “fiducia” che appaiono centrali in entrambi i timori. Viaggiare in aereo prevede una fisiologica perdita di controllo e richiede di affidarsi all’altro, al pilota. Così come quando si è distanti dal partner non si può esercitare un controllo diretto sulle sue azioni ma è necessario un atto di fiducia. Quando si sono sperimentate in età precoce esperienze fragili sul tema della fiducia si può sviluppare la tendenza all’iper controllo che sottende la difficoltà ad affidarsi. La paura di volare è quindi un sintomo che può essere approfondito, comprendendone meglio le cause.

Ho 38 anni e non voglio un figlio ma non ho il coraggio di dirlo al mio compagno e alla mia famiglia, che invece chiede insistentemente un nipote. Secondo lei come posso uscirne?

È un tema molto complesso. Fare figli non è obbligatorio ma i retaggi culturali, in particolare nei confronti delle donne possono essere difficili da sostenere. In troppe realtà non fare figli è per una donna una mancanza, una colpa. La cornice culturale è un elemento da integrare chiaramente a componenti più soggettive e profonde. Le aspettative familiari sono un aspetto che può essere gravoso per un figlio. È auspicabile poter coltivare il diritto ad esprimere la propria soggettività e delineare dei confini chiari con la famiglia d’origine, proteggendosi da intrusioni. Se si ha un’eccessiva dipendenza dalla famiglia d’origine, se si proviene da un’esperienza infantile di “amore condizionato alla performance” (sarò amata se sarò brava) deludere le aspettative familiari viene vissuto con molta angoscia, con senso di tradimento e timore di perdita della relazione. Talvolta, però, inconsciamente ci si oppone alle richieste familiari come unica possibilità di esprimere passivamente la rabbia legata all’eccessiva dipendenza. Ad esempio, ci sono figli che scelgono un orientamento politico solo perché opposto a quello genitoriale. Ciò equivale all’aderire completamente a ciò che i genitori desiderano. In entrambi i casi non vi è una scelta sufficientemente libera. L’obiettivo, soprattutto su un aspetto così fondamentale come la genitorialità, è proprio poter compiere una scelta personale e autentica. Infine, un figlio è un tema personale e di coppia. Sarebbe auspicabile perseguire una comunicazione chiara con il partner per confrontarsi senza invasioni terze sui propri desideri e vissuti.

Buongiorno dottoressa, come capire se il proprio ex è un narcisista? Ho letto vari libri e mi sembra proprio di si.

Il narcisismo oggi è un tema molto “abusato” sui social media con il rischio di creare confusione e fraintendimento. Esiste un fisiologico narcisismo ed un patologico narcisismo, che può corrispondere ad un disturbo più strutturato. Un disturbo psicologico non è una colpa ma una difficoltà. È importante specificarlo perché si rischia di approcciare con una lente colpevolizzante e giudicante a questa psicopatologia. Ciò non significa tollerare e giustificare comportamenti inadeguati di un partner con tratti narcisisti. Inoltre, una diagnosi non deve essere un’etichetta rigida. Aiuta la comprensione e la comunicazione tra clinici ma dietro un eventuale diagnosi esiste sempre una persona con la sua unicità. Credo che sia importante chiedersi perché per lei è importante ricercare una supposta diagnosi ed ampliare la prospettiva di comprensione. È utile riflettere sulla sua scelta del partner e sul suo ruolo nella relazione, non per deresponsabilizzare l’altro ma per riconoscere la co-responsabilità ed aumentare la conoscenza di sé per favorire future scelte più consapevoli. Se un partner non è capace di reciprocità, non riesce a sintonizzarsi sui bisogni dell’altro può rivelarsi inadeguato alle proprie esigenze emotive e ciò è vero a prescindere da eventuali diagnosi. L’invito è quindi quello di incuriosirsi su se stessa, spostando l’attenzione dal suo ex.

Articolo a cura della Dott.ssa Giulia Gregorini Psicologa – Psicoterapeuta

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