giovedì, Febbraio 13, 2025
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“Voglio separarmi, ma abbiamo due figli piccoli. Meglio aspettare?” – La Posta della Psicologa

La Posta della Psicologa: la Dott.ssa Gregorini risponde alle vostre domande

In questo spazio la Dott.ssa Gregorini, psicologa che si occupa di psicoterapia individuale, di coppia e familiare, risponderà a quesiti, dubbi e curiosità che le sono state poste dai nostri lettori. L’obiettivo è fornire input di riflessione generali per favorire la consapevolezza sull’importanza della salute mentale. È importante sottolineare che nessuna interazione può essere paragonabile ad una consulenza specialistica, né ad un intervento di aiuto.

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Le vostre domande

Salve, scrivo per sapere cosa ne pensa dei ritorni fiamma, di due ex che tornano insieme. È possibile o è una scelta sbagliata?

Salve, credo che sia importante non giudicarsi ma comprendersi. Non è possibile generalizzare e fornire una risposta universale alla sua domanda ma è certamente necessario valutare caso per caso. L’aspetto fondamentale che può favorire la ripresa di un rapporto dopo un’interruzione è la messa in discussione di entrambi i partner. In un rapporto di coppia esiste una co-responsabilità che è fondamentale riconoscere. Spesso, il rischio è attribuire colpe solo a sé stessi o solo all’altro. Per creare un equilibrio più funzionale è necessario partire da presupposti diversi dal passato, che non possono prescindere da un cambiamento comune.

 

Dottoressa, il sesso virtuale è sempre più in voga ma secondo lei è normale?

Salve, il sesso virtuale riflette la tendenza che caratterizza questo momento storico e sociale ad utilizzare l’online come principale terreno di comunicazione e relazione. È un fenomeno ampio ed eterogeneo che può rappresentare un’attività di piacere sintonica con il proprio modo di essere, o al contrario un elemento di rischio. Ciò su cui è fondamentale soffermarsi è il grado di consapevolezza e libertà nello scegliere di praticare o non il sesso virtuale online. Può costituire un campanello di allarme se è l’unica forma di vivere la sessualità e si integra a difficoltà sommerse più profonde, tra cui la paura dell’intimità e difficoltà relazionali.

 

Buongiorno, io e mio marito stiamo pensando di separarci ma abbiamo due figli piccoli e il timore di provocargli dei danni è tanto. È meglio aspettare che crescano?

Salve, la separazione è un evento sempre più comune nelle famiglie. È importante non normalizzarlo, né patologizzarlo. È una fase che comporta una fisiologica sofferenza che coinvolge tutti da non minimizzare, ma al contempo non è necessariamente fonte di vissuti traumatici, anzi in alcune condizioni può costituire la soluzione più funzionale e sana. Ciò che è fondamentale è come ci si separa. È importante non coinvolgere i figli nel conflitto di coppia, triangolandoli, ma mantenere un confine protettivo. Per un figlio ciò che è dilaniante è sentire di doversi schierare con un genitore contro l’altro, o di dover mediare il conflitto. I bambini vanno rassicurati sulla capacità degli adulti di occuparsi delle loro questioni e sulla continuità della relazione con entrambi i genitori.

Infine, sono essenziali la chiarezza e il rispetto dei tempi, soprattutto oggi che rischiamo di accelerare anche cambiamenti che richiedono un prezioso tempo di accettazione ed elaborazione.

 

Dottoressa Gregorini, ho letto i suoi articoli sul magazine e mi sono molto incuriosita sul tema dei confini nelle famiglie. Cosa significa mettere dei confini sani?

Salve, i confini definiscono la distanza/vicinanza che esiste tra un membro e l’altro all’interno di una famiglia e tra i diversi sottosistemi familiari (ad esempio coppia genitoriale, fratria ecc.). Se i confini sono labili, siamo di fronte ad un funzionamento familiare “invischiato”, in cui non esiste una separazione chiara tra un membro e l’altro. In questo tipo di funzionamento i movimenti di separazione e autonomia dei figli possono essere vissuti inconsciamente come minaccia alla coesione familiare. Se i confini sono rigidi, esprimono un funzionamento “disimpegnato”, in cui non vi è vicinanza emotiva tra i diversi componenti della famiglia e vi è un’eccessiva distanza. In tal caso, il figlio potrebbe, ad esempio, ricercare inconsapevolmente “adozione” nella famiglia del partner.

Entrambi i funzionamenti descritti sottendono un eccessivo livello di dipendenza trasmesso da una generazione all’altra. I confini sufficientemente sani sono chiari e flessibili, permettono l’espressione delle diverse soggettività, favoriscono l’intimità e permettono di esperire un sano senso di appartenenza, fondamentale per compiere i fisiologici movimenti di separazione e crescita, ad esempio l’uscita da casa di un figlio.

È importante sottolineare che i confini sono connessi ai ruoli all’interno di una famiglia. In assenza di confini chiari si assiste ad una pericolosa confusione di ruoli.

Rubrica a cura della Dott.ssa Giulia Gregorini, Psicologa e Psicoterapeuta

La Posta della Psicologa Gregorini Qui Salute Magazine

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