sabato, Aprile 26, 2025
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I social media e l’impatto vita dell’uomo moderno

L’influenza dell’ambiente circostante – diretta come indiretta – sulla vita dell’uomo è da sempre oggetto di studio da parte di antropologi, psicologi e sociologi. A maggior ragione in epoca moderna, con l’avvento di internet e la vera e propria rivoluzione scatenata dalla nascita e dal dilagare dei social media.

Finora l’idea che esista un quadro di valori, ideali e modelli di comportamento che si impongono in maniera strutturata a ciascun soggetto pensante che faccia parte di una determinata società risulta alla base di qualunque tipo di analisi. Con la nascita dei social, però, qualcosa è cambiato. Si è assistito a un epocale cambiamento sia nelle relazioni sociali vere e proprie che nella diffusione di informazioni, così come nella definizione di strutture nuove. Analizziamolo insieme la questione in occasione della Giornata mondiale dei social media.

Da internet ai social network

Il 6 agosto 1991 Tim Berners-Lee diede vita al World Wide Web (l’ormai noto “www”, ndr). Un’iniziativa che ha rappresentato la rivoluzione sociale più importante dell’epoca moderna. Seguita a breve distanza, nei primi anni del nuovo millennio, dai drastici cambiamenti apportati dai social.

Con la creazione di queste nuove piattaforme le vite di tutti sono radicalmente cambiate: dal modo di rapportarci con noi stessi e con gli altri al modo di pensare e di comportarsi. Una rivoluzione che, per chi è nato con i social, è pane quotidiano, ma che chiunque sia cresciuto nell’era pre-social – e ancora di più in quella pre-internet – ha vissuto in maniera radicale. Nel bene e nel male.

Una rivoluzione digitale

La principale differenza tra comunicazione dei mass media tradizionali (primi tra tutti TV e radio) e quella dei social è chiaramente l’immediatezza. Seguita, a stretto giro, dalla possibilità di creare un’interazione puntuale, che permette agli utenti di partecipare attivamente alle comunicazioni e di non essere più, di contro, dei semplici ascoltatori passivi.

Dagli acquisti alle relazioni, dalla formazione alla fruizione di contenuti quando e dove si vuole. Un accesso illimitato a un patrimonio e a una conoscenza amplissima che, se usati in maniera ottimale, possono creare una comunità forte e consapevole.

Ma cosa succede se, invece, questo mare magnum di informazioni bombarda in maniera negativa l’utente?

I dati

Secondo le statistiche di Audiweb, un italiano trascorre in media più di due ore al giorno online. Indipendentemente dal device utilizzato (pc, tablet o smartphone). Un dato in cui i cosiddetti Millennials (vale a dire coloro che sono nati tra l’inizio degli anni Ottanta e il 2000) rappresentano sicuramente la fascia di popolazione maggiormente interessata.

Proprio i Millennials, infatti, utilizzano i social network come strumenti di comunicazione preferenziale, ancor più delle relazioni sociali vis-à-vis. Un dato, che, in certi casi, rappresenta quasi lo specchio di quella che possiamo definire una dipendenza “moderna”.

Pro e contro della rivoluzione social

Quella dei social è una comunicazione globale a tutto tondo, in cui i flussi di informazione si muovono in tempo reale, le distanze si accorciano e le relazioni da una parte all’altra parte del mondo non conoscono confini (se non, appunto, quelli del device, dettati dall’effettiva distanza fisica tra gli utenti). Una comodità accessibile a tutti, a cui nessuno oggi sarebbe più pronto a rinunciare.

Grazie ai social, insomma, le relazioni interpersonali non conoscono limiti – in linea di massima – e restare in contatto o fare amicizia diventa ancora più facile, così come tenersi informati su quello che accade nel mondo. Non sempre, però, è tutto oro quel che luccica.

Esattamente come qualsiasi altra cosa, il troppo stroppia. Se usati consapevolmente e in maniera oculata, infatti, i social sono davvero una manna dal cielo. Quando vengono utilizzati, invece, in maniera sconsiderata, possono creare dei disagi psicologici importanti. E non solo.

L’abuso dei social può rendere le persone alienate e far letteralmente perdere quasi del tutto il contatto con la realtà. Non è un segreto: avere tanti contatti online non equivale ad averne nella vita reale. Allo stesso modo, l’eccesso – anche in questo caso – può creare delle vere e proprie dipendenze, che a tutt’oggi in diversi casi finiscono per essere oggetto di studio di numerosi specialisti.

Passando, invece, a un punto di vista più “pragmatico”, non bisogna dimenticare che spesso i social possono essere deleteri per la nostra privacy. Dalla vendita di dati sensibili alle aziende a fini pubblicitari fino, nei casi più estremi, a dei veri e propri furti d’identità.

Ultimo – ma non per importanza – il problema delle fake news. Piaga della comunicazione fin dagli albori e, a maggior ragione, ai giorni nostri. Con questo vero e proprio bombardamento di informazioni, diventa ancora più difficile valutare la veridicità delle singole notizie e delle stesse fonti da cui queste provengono. Va da sé che, in questi scenari, una bufala – che di norma crea maggiore scalpore – viaggia sicuramente in modo più veloce di una notizia veritiera.

Luigi Pirandello parlava di maschere oltre un secolo fa. Non molti decenni dopo, Umberto Eco sottolineava come internet abbia dato «diritto di parola agli imbecilli». È proprio per questo che prestare attenzione a cosa si legge e si posta sui social, a come ci si atteggia e ci si pone su internet e a non abusarne, risulta oltremodo fondamentale per noi, per la nostra psiche per la nostra intera vita. Oggi più che mai.

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