L’osteoporosi è una malattia sistemica dello scheletro, caratterizzata da ridotta massa minerale e deterioramento microstrutturale del tessuto osseo, con conseguente aumento della fragilità dell’osso e maggior rischio di fratture.
Dopo una certa età, una lenta perdita di minerali dall’osso è fisiologica e strettamente correlata all’invecchiamento. Quando, però, la massa ossea scende al disotto di determinati livelli – anche in età più giovani – si può arrivare all’osteoporosi.
Quando si è a rischio
Il rischio di arrivare all’osteoporosi è il risultato della combinazione di tre fattori:
- Il cosiddetto “picco di massa ossea”, vale a dire il nostro capitale osseo raggiunto intorno ai 25-30 anni.
- La velocità con cui procede la perdita di massa ossea, che inevitabilmente inizia fra i 40 e i 50 anni (e, in particolare per le donne, a partire dalla menopausa).
- La durata di questa perdita, che dipende dalla longevità dell’individuo.
L’osteoporosi colpisce maggiormente le donne: secondo i dati, 1 donna su 4 contro 1 uomo su 10. Il sesso femminile, infatti, ha in partenza una massa ossea minore rispetto a quella della compagine maschile. A ciò vanno, poi, aggiunti gli effetti della menopausa e la maggior durata della vita ecco la prima spiegazione del perché l’osteoporosi colpisce soprattutto le donne.
Principali sintomi dell’osteoporosi
Come è noto ai più, l’osteoporosi è una malattia difficile da riconoscere. Nella maggior parte dei casi, infatti, non dà nessun segno, ragion per cui è stata spesso definita il “ladro silenzioso”.
Solo in alcuni casi la comparsa dell’osteoporosi si accompagna a dolore osseo, che però spesso si confonde e si associa ai dolori tipici dell’artrosi.
Come riconoscere la patologia: gli esami specifici
L’esame principale attraverso cui avviene la diagnosi osteoporosi è la densitometria ossea. Una pratica clinica indolore, in grado di rilevare la densità minerale ossea.