
La pandemia ha costretto i giovani studenti ad abbandonare momentaneamente i banchi di scuola per la didattica a distanza. Così capita sempre più spesso che i ragazzi trascorrano ore e ore di studio davanti al pc sdraiati sul letto, appoggiati sul divano o accomodati su sedute non del tutto adatte a mantenere una postura corretta.
Le conseguenze? Dolori e disturbi della colonna vertebrale, che nel tempo possono diventare anche gravi.Oggi, con l’aiuto del Dottor Mattia Bruzzo, neurochirurgo spinale, conosciamo da vicino la scoliosi.
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Cosa è la scoliosi?
La scoliosi è una patologia data da una deviazione della colonna vertebrale. Nei casi più difficili il dolore correlato può diventare invalidante, incidendo sulla salute (con problemi respiratori anche gravi e rischio di deficit neurologici) e sulla vita quotidiana e sociale. A seconda delle aree della colonna interessate da questa curvatura anomala, la scoliosi viene definita lombare, dorso-lombare, dorsale o cervico-dorsale. Può comparire in conseguenza a particolari patologie, ma nella stragrande maggioranza dei casi è primaria (o idiopatica, in gergo medico).
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Attenzione ai giovanissimi
Avete figli o nipoti adolescenti o poco più piccoli? Osservate con attenzione la loro schiena: la scoliosi è una malattia che evolve nel tempo, a volte anche molto rapidamente, e si aggrava nel cosiddetto periodo dello sviluppo, in gergo medico meglio definito con l’espressione “spinta puberale”, fino al termine della maturazione ossea.
Non esistono dei sintomi tipici che permettono di riconoscere preventivamente l’insorgere della patologia, è dunque importante osservare la schiena del giovane paziente.
Il Test di Adams
L’esame, molto semplice, che permette questo tipo di osservazione è il test di Adams (o bending test): al paziente in piedi viene chiesto di flettersi in avanti, con le braccia rilassate e il capo chino. In questa posizione di evidenziano i gibbi, ovvero le gobbe, e si può effettuare una misurazione specialistica, per valutare nel dettaglio le condizioni della colonna.
La diagnosi precoce in caso di deformità vertebrale è di fondamentale importanza, perché permette di intervenire attraverso un trattamento conservativo tempestivo, evitando tipi di intervento più complicati.
La visita dal neurochirurgo spinale
Come comportarsi una volta diagnosticata la scoliosi? In questi casi è il neurochirurgo spinale lo specialista di riferimento. Specializzato proprio nelle patologie della colonna, il medico stabilirà insieme al paziente il percorso di cura più adeguato. In genere, ove possibile, l’approccio è conservativo: si ricorre all’utilizzo di busti ortopedici e si studia un programma dedicato di rinforzo muscolare e ginnastica vertebrale (attraverso, ad esempio, pilates o ginnastica dolce).
Solo nei casi più gravi si ricorre al trattamento chirurgio per correggere la deformità, sempre più spesso possibile attraverso tecniche mini-invasive, che comportano ricoveri brevi, ripresa rapida, piccole cicatrici e scarso rischio di complicanze.
Infine ricordiamo che coloro che presentano casi di scoliosi in famiglia possono presentare una particolare predisposizione verso la patologia e in questi casi si rende ancor più necessario uno screening specialistico.
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