Il 3 marzo di ogni anno si celebra nel mondo il World Hearing Day (la Giornata mondiale dell’orecchio e dell’udito), istituito per richiamare i governi mondiali sull’importanza, per l’appunto, dell’udito.
Nel 2021 la Giornata mondiale dell’orecchio e dell’udito ha segnato il lancio del World Report on Hearing (Rapporto mondiale sull’udito), con cui è stato presentato un appello globale all’azione per affrontare la perdita dell’udito e le malattie dell’orecchio nel corso della vita.
I dati dell’OMS
Secondo gli esperti, oltre il 6.1% della popolazione mondiale (vale a dire circa 466 milioni di persone) soffre per una riduzione dell’udito, che incide sulla qualità della vita. Si stima che entro il 2050 oltre 900 milioni di persone (1 su 10, ndr) avrà una perdita uditiva disabilitante. La metà di tutti i casi di ipoacusia, però, può essere prevenuta, attraverso misure di sanità pubblica.
L’incidenza a livello mondiale
Oltre agli anziani, vi sono anche 32 milioni di bambini sotto i 15 anni colpiti da perdita dell’udito. La causa principale delle ipoacusie è rappresentata infezioni dell’orecchio, soprattutto nei paesi a basso e medio reddito. La maggior prevalenza di disabilità uditive, infatti, si riscontra nell’Asia meridionale e del Pacifico e nell’Africa sub-Sahariana.
Anche malattie infettive come rosolia, meningite, morbillo e orecchioni possono causare la perdita dell’udito. Si aggiungono, poi, l’esposizione a rumori eccessivi, ferite all’orecchio o alla testa, cause genetiche, problemi durante la gravidanza e il parto, uso di farmaci e invecchiamento. Diagnosi precoci e interventi tempestivi, possono contribuire a prevenire facilmente la comparsa di fattori scatenanti l’ipoacusia, riducendo, di fatto, danni permanenti e invalidanti.
Secondo l’OMS, è necessario aiutare i singoli Paesi a sviluppare programmi di prevenzione della sordità nei servizi di cure primarie. Aumentando il numero di vaccinazioni contro malattie quali quelle sopracitate e dando vita a monitoraggi e terapie contro la sifilide nelle donne in gravidanza si può fare la differenza.
Chiude il cerchio una valutazione precoce dell’udito nei bambini. In questo modo, infatti, si rende possibile un intervento tempestivo e in grado di ridurre l’incidenza di patologie invalidanti.
L’ipoacusia in Italia: il report del Ministero della Salute
In Italia sono 7 milioni le persone con problemi di udito: si tratta del 12,1% della popolazione che, solo nel nostro Paese, soffre di patologie invalidanti legate all’udito. Tra gli over 65, l’ipoacusia in Italia riguarda una persona su tre, ma solo il 31% della popolazione ha effettuato un controllo dell’udito negli ultimi 5 anni: il 54% non l’ha mai fatto e solo il 25% di coloro che potrebbero averne beneficio usa l’apparecchio acustico, nonostante l’87% di chi ne fa uso dichiari migliorata la propria qualità di vita.