La poliposi nasale è una patologia infiammatoria cronica molto frequente, con alta probabilità di recidive, che coinvolge la mucosa che riveste la parete alta delle fosse nasali. Ne parliamo con il Dott. Andrea Barbieri, primario dall’agosto 2019 della struttura complessa di otorinolaringoiatria della Asl 4 Liguria.
Conosciamo la poliposi nasale
Si tratta di una patologia che crea un’ostruzione respiratoria nasale, con conseguente perdita parziale o totale dell’olfatto e aumento di secrezioni nasali acquose (rinorrea). Può anche essere causa di cefalea frontale o periorbitale. La patologia può presentarsi in maniera più o meno aggressiva e, di conseguenza, lo specialista sceglierà il trattamento più adatto, considerando anche la via chirurgica. La patologia infiammatoria coinvolge tutte le fasce di età; i giovani rappresentano la fascia meno colpita, tuttavia il soggetto giovane affetto da poliposi nasale è particolarmente predisposto a recidive.
Come si effettua la diagnosi?
Nel caso si sospetti un’ostruzione respiratoria nasale, l’otorinolaringoiatra durante la visita ambulatoriale – dopo avere ascoltato la storia clinica del paziente e la sintomatologia – pratica una videoendoscopia che permette una valutazione esaustiva delle cavità nasali e paranasali, fornendo tutte le informazioni necessarie a definire il trattamento. Nel caso di trattamento chirurgico sarà necessario eseguire anche una TAC preoperatoria assiale coronale sagittale senza mezzo di contrasto per valutare l’estensione della patologia e l’anatomia nasale.
In cosa consiste la terapia medica?
Per soggetti con poliposi nasale è importante seguire una terapia medica per stabilizzare il naso, generalmente attraverso la somministrazione di lavaggi nasali associati all’impiego di spray nasali cortisonici da utilizzare ciclicamente per via locale; altra possibilità è rappresentata da trattamenti con cortisone per via sistemica (orale, attraverso compresse, o intramuscolare), sempre a cicli. Da qualche tempo è possibile un nuovo trattamento attraverso terapia biologica per pazienti che presentano poliposi recidivante.
Quando è necessaria la chirurgia?
Non si tratta mai di una strada esclusiva, piuttosto di un trattamento combinato. Di fronte ad un paziente che inizia a soffrire di una ostruzione severa, con difficoltà respiratorie importanti, se la terapia medica non basta a risolvere il quadro sintomatologico si esegue il trattamento chirurgico. In questo ambito la chirurgia ha subito importanti evoluzioni nel tempo permettendo un intervento molto accurato e mini invasivo. L’attuale chirurgia videoendoscopica, attraverso l’utilizzo di dispositivi dedicati chiamati Microdebrider, permette di eliminare i polipi rispettando l’anatomia delle strutture nasali, intervenendo sui seni etmoidali dove, nella maggior parte dei casi, si formano i polipi stessi. Attraverso la chirurgia endoscopica è possibile cioè aprire le cellette ossee che sono le sedi in cui si formano i polipi, andando ad aprire i seni paranasali (mascellari, frontali, sfenoidali) e le fosse nasali.
Il post intervento
Dopo l’intervento di chirurgia nasale è fondamentale il trattamento topico steroideo con spray a cicli, con lo scopo di mantenere stabile il naso e tenere sotto controllo l’infiammazione. Dopo l’operazione non si presentano né gonfiori, né altri segni esteriori. Questo tipo di chirurgia è generalmente ben tollerata dai pazienti, che godono di un post operatorio non doloroso. Il ricovero è breve, si tratta generalmente di uno o due giorni salvo casi particolari, e la ripresa delle attività quotidiane è molto rapida. E’ indispensabile, per i pazienti che hanno subito l’intervento, eseguire controlli periodici in quanto le recidivanti sono frequenti.