giovedì, Marzo 20, 2025
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Instabilità di caviglia: trattamenti e recupero – Dott. Matteo Guelfi, Chirurgo Ortopedico

L’instabilità di caviglia è una problematica comune, dovuta a una lesione dei legamenti della caviglia e spesso conseguenza di ripetuti traumi distorsivi. Per comprendere meglio le opzioni terapeutiche e i tempi di recupero, abbiamo intervistato il Dott. Matteo Guelfi, chirurgo ortopedico specialista in chirurgia artroscopica, mininvasiva e dei traumi sportivi.

Trattamento conservativo: il primo passo

“Il primo approccio per trattare l’instabilità di caviglia è sempre conservativo”, spiega il Dottor Guelfi. “Questo può riguardare sia il primo trauma distorsivo sia i casi in cui venga diagnosticata un’instabilità cronica”.

Il trattamento conservativo può prevedere un periodo di immobilizzazione nei casi di primo trauma distorsivo, oppure un percorso riabilitativo fisioterapico per l’instabilità di caviglia. “L’obiettivo è rinforzare la muscolatura e migliorare il controllo propriocettivo neuromotorio della caviglia, in modo da compensare la lassità legamentosa e prevenire nuovi episodi di instabilità”, aggiunge il chirurgo.

Quando è necessario l’intervento chirurgico?

Se il trattamento conservativo non porta ai risultati sperati o se l’instabilità è troppo marcata per essere compensata con la sola riabilitazione, si rende necessario un intervento chirurgico. “Oggi possiamo contare su tecniche artroscopiche mini-invasive”, sottolinea il Dott. Guelfi. “Attraverso due o tre piccole incisioni possiamo riparare selettivamente i legamenti e le strutture articolari danneggiate, ripristinando l’anatomia originaria della caviglia e ottenendo risultati molto validi”.

Tempi di recupero: quando si può tornare in attività?

Grazie alle moderne tecniche chirurgiche, i tempi di recupero sono molto veloci. “Per riprendere una vita normale, solitamente servono 4-5 settimane”, spiega il dottor Guelfi. “Per quanto riguarda l’attività sportiva, invece, il tempo di recupero varia in base al tipo di sport praticato: in genere, per gli sport non di contatto si può tornare in campo dopo circa due mesi, mentre per gli sport di contatto, come il calcio, il rientro avviene attorno ai tre mesi”, conclude il chirurgo.

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