La salute orale è un aspetto fondamentale del benessere generale, e la prevenzione gioca un ruolo cruciale nel mantenere denti e gengive in condizioni ottimali. Ma cosa significa realmente prevenire in odontoiatria? Quali sono le strategie per contrastare le patologie più diffuse, come la parodontite? Ne abbiamo parlato nella nuova puntata di QUI Talk, in cui l’odontoiatra Dott. Guido Picciocchi, intervistato da Ilaria Scaliti, ha spiegato l’importanza della prevenzione e delle corrette abitudini di igiene orale.
Cosa si intende per prevenzione in odontoiatria?
Il nostro lavoro è un continuo combattere con un ambiente che non è sterile, che è la bocca. Basti pensare che in un millilitro di saliva abbiamo migliaia di batteri e centinaia di specie batteriche all’interno del cavo orale. Per questo motivo dobbiamo costantemente ridurre la carica batterica con manovre di igiene professionale e domiciliare.
Quando un paziente entra in studio, procediamo con un esame obiettivo che nella nostra clinica viene effettuato con un microscopio per individuare eventuali carie a livello visivo. A questo affianchiamo un esame radiologico, che ripetiamo ogni due anni, cercando di ridurre l’esposizione ai raggi, per rilevare eventuali carie tra un dente e l’altro, non visibili nemmeno con ingrandimenti elevati.
Per quanto riguarda la placca e il tartaro, è importante sottolineare che la placca rappresenta la prima fase in cui i batteri aderiscono ai denti, trovando nutrimento e un ambiente favorevole a 37 gradi.
Qui entra in gioco l’igiene domiciliare: il paziente, infatti, rimuove questa prima fase lavando i denti in modo appropriato. Se invece si forma tartaro, cioè la precipitazione dei sali di calcio per mano dei batteri, questi restano stabilmente nella bocca e possono causare problemi parodontali, ossia danni ai tessuti gengivali e ossei.
Dobbiamo inoltre distinguere tra batteri ‘buoni’ e ‘cattivi’. I gram-negativi anaerobi, in questo caso, sono i principali responsabili della parodontite, una malattia molto diffusa nella popolazione italiana.
Qual è l’incidenza della parodontite in Italia?
Gli studi condotti sulla popolazione italiana indicano che circa il 40% delle persone ha avuto una storia di parodontite. Di queste, circa il 10-12% presenta una forma grave della malattia.
Ma cosa significa “grave”? Vuol dire che se non interveniamo, la malattia progredisce in più fasi. Prima si verifica il sanguinamento gengivale, poi si ha la sofferenza del legamento che sostiene il dente, fino a quando il paziente inizia a percepire il dente ‘più lungo’ e mobile. Questo è il segnale che c’è stata una perdita del tessuto di supporto, ossia l’osso circostante. La prevenzione è fondamentale proprio per evitare di arrivare a questo punto, prima di arrivare alla perdita definitiva del dente.
Quali sono le armi per combattere la parodontite?
Esistono due livelli di intervento: la fase domiciliare e quella professionale. A casa, il paziente deve prendersi cura della propria igiene orale nel modo corretto, ma è anche nostro compito insegnargli come farlo.
Dal punto di vista professionale, invece, è essenziale effettuare controlli regolari dal dentista per la famosa pulizia dei denti, o ablazione, che deve essere personalizzata in base al singolo paziente. Alcuni necessitano di una pulizia una volta all’anno, altri due o tre volte, mentre nei casi più gravi di parodontite si rendono necessarie procedure più approfondite, come il curettage sotto microscopio per preservare il legamento parodontale.
È importante sottolineare che mantenere un dente naturale è sempre meglio che ricorrere a un impianto. Oggi vediamo tante pubblicità di impianti dentali, ma il nostro obiettivo è salvaguardare la salute del paziente. L’implantologia è una soluzione utile nei casi più gravi, ma dovrebbe essere l’ultima opzione.
Quanto è importante la prevenzione anche in presenza di impianti?
È ancora più importante. Le società scientifiche hanno dimostrato che chi ha avuto la parodontite è a rischio di perimplantite, ovvero la perdita dell’osso intorno all’impianto. Inizialmente, l’infezione causa una mucosite, caratterizzata da sanguinamento gengivale. Se non viene trattata, si trasforma in perimplantite, portando alla perdita progressiva dell’osso e, infine, dell’impianto stesso.
Per questo motivo, chi ha impianti deve sottoporsi a controlli ancora più frequenti. E soprattutto, prima di pensare agli impianti, bisognerebbe fare tutto il possibile per preservare i denti naturali. La vera soluzione non è nel titanio, ma nell’etica: fare prevenzione e curare adeguatamente ciò che la natura ci ha dato.