lunedì, Marzo 17, 2025
spot_img

Infezioni corneali, il trapianto parziale può salvare gli occhi

Ogni giorno si registrano quasi 10 casi di infezione da funghi o Acanthamoeba, patogeni che causano cheratiti e possono provocare gravi danni oculari. In Italia, si stima che ogni anno si verifichino oltre 2000 casi di infezioni corneali da funghi e circa 800 da Acanthamoeba, un patogeno presente nell’acqua che prolifera facilmente sulle lenti a contatto, soprattutto quelle morbide.

Questo allarme è stato lanciato dai massimi esperti durante il 22esimo Congresso della Società Internazionale Cornea, Cellule Staminali e Superficie Oculare (SICSSO), i quali hanno sottolineato l’incremento costante di queste infezioni. Purtroppo, il 50% dei casi non risponde alle terapie mediche e richiede un trapianto che fallisce in oltre metà degli interventi, principalmente a causa della tardività dell’operazione.

Una speranza proviene dal trapianto di cornea lamellare anteriore (DALK), in cui non viene sostituita l’intera cornea ma solo gli strati danneggiati, preservando quelli sani. I risultati di questa tecnica, in cui l’Italia eccelle a livello mondiale, mostrano un successo nel 99% dei pazienti, a condizione che l’intervento venga eseguito tempestivamente nei casi di infezioni gravi resistenti ai farmaci.

Il trapianto parziale di cornea

“Il trapianto parziale di cornea, purché precoce, è oggi la vera soluzione alle infezioni gravi ovviamente non rispondenti alla terapia medica”, dichiara Vincenzo Sarnicola, Presidente SICSSO, tra i chirurghi più esperti al mondo di questa innovativa tecnica, nonché noto alle cronache internazionali per aver ricostruito lo scorso anno un occhio vedente da due occhi non vedenti.

“In Italia si stima che si verifichino circa 3000 casi all’anno di cheratiti per infezioni da funghi o da Acanthamoeba – aggiunge – Purtroppo le terapie mediche non sempre riescono a eradicare le infezioni. I microorganismi hanno così il tempo di penetrare nella cornea e danneggiarla, al punto di richiedere un trapianto che, se a tutto spessore, fallisce in oltre la metà dei casi, mentre nel 25% i risultati sono anatomici ma non funzionali e nel 5% portano alla enucleazione dell’occhio”.

Risultati migliori sono possibili con un trapianto di cornea lamellare anteriore, o DALK, in cui non viene sostituita tutta la cornea, ma solo lo strato intermedio. “Questo intervento – spiega Sarnicola – consiste nella sostituzione del solo foglietto intermedio della cornea (stroma) al posto di tutta la cornea e consente di sostituire soltanto la porzione malata lasciando intatto tutto il resto. Il trapianto risulta quindi molto meno invasivo con grandi vantaggi per il paziente. Se eseguito precocemente riesce poi quasi sempre a eradicare l’infezione garantendo una sopravvivenza dei tessuti trapiantati del 99%, con pochi casi di rigetto e facilmente trattabili”.

“Resta la difficoltà di apprendere una metodica decisamente complessa che richiede grande perizia tecnica perché i migliori risultati si ottengono ancora separando manualmente i vari strati della cornea – sottolinea Eduard Holland della Cincinnati University – L’Italia vanta i chirurghi più esperti al mondo in questa tecnica mininvasiva che vede gli Stati Uniti ancora in ritardo, con solo 1000 interventi DALK eseguiti all’anno, a fronte di 39.000 patologie dello stroma corneale in cui sarebbe invece indicata”.

“Oggi nel nostro Paese, dei circa 7.000 trapianti di cornea eseguiti ogni anno, oltre il 40% sono mininvasivi. Si tratta di trapianti parziali, realizzati cioè con tecniche selettive o lamellari. I risultati italiani costituiscono dunque un’eccellenza mondiale della quale andare fieri per lo sviluppo e la diffusione di tecniche chirurgiche sempre più innovative”, conclude Sarnicola.

Articoli correlati

LASCIA UN COMMENTO

Per favore inserisci il tuo commento!
Per favore inserisci il tuo nome qui

Ultimi articoli