Tra i disturbi trattati dallo specialista otorinolaringoiatra c’è la sindrome dell’apnea ostruttiva e del sonno (OSAS), patologia molto diffusa. Frequente soprattutto tra gli uomini, scopriamo di più con il Dottor Andrea Barbieri, primario dall’agosto 2019 della struttura complessa di otorinolaringoiatria della Asl 4 Liguria.

 

I micro risvegli notturni

Secondo studi recenti, il 30% circa della popolazione soffre di apnee notturne. La patologia è caratterizzata da ripetuti episodi – parziali o totali – di collasso delle vie aeree che causano un’interruzione del sonno, portando il paziente a numerosi microrisvegli, che incidono negativamente sulla qualità del riposo. In questa condizione il paziente non riposa bene e dorme in quella che possiamo definire una “fase di allerta centrale”, con effetti negativi anche significativi sulla quotidianità. 

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Sonnolenza e irritabilità

Le conseguenze sono di carattere diverso. Innanzitutto stanchezza e sonnolenza durante il giorno, irritabilità, difficoltà di concentrazione, basso livello di attenzione, deficit cognitivo, tutti effetti che possono avere conseguenze anche gravi sullo stile di vita, soprattutto nel caso di persone che svolgono determinate attività lavorative, come gli autotrasportatori. È stato, infatti, osservato che sono numerosi i casi in cui un guidatore affetto da sindrome dell’apnea ostruttiva e del sonno è stato causa di incidenti stradali. 

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Rischi per la salute

Il Dott. Barbieri spiega che le apnee notturne possono causare complicanze in molti organi. E’ dimostrato che le varie fasi di interruzione del sonno causano ipossiemia, ovvero ipo ossigenazione del paziente, con una desaturazione dell’emoglobina. Questo comporta danni al cuore, con la conseguente comparsa di patologie cardiache, come la cardiomiopatia dilatativa, fenomeni di ipertensione arteriosa o sofferenze cerebrovascolari che possono causare danni cerebrali irreversibili.

 

Le cause

Tra i fattori di rischio troviamo l’obesità. Le persone in sovrappeso sono i soggetti maggiormente colpiti, anche perché presentano una maggiore ostruzione delle vie respiratorie. Ricordiamo tra le cause anche fattori anatomo funzionali: tutte le patologie che coinvolgono le prime vie aeree superiori, con alterazioni a livello anatomico, possono favorire le apnee. Ci riferiamo, in questo caso, a tutte le patologie nasali, del rinofaringe, del palato molle, della lingua, della tonsilla, della ipofaringe o dell’epiglottide. 

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Dalla visita alla diagnosi

Come ci si accorge di soffrire della sindrome dell’apnea ostruttiva e del sonno (OSAS)? Di solito il sospetto nasce perché i parenti riferiscono un russamento persistente. Questo, associato a sonnolenza e stanchezza fin dal mattino, può rappresentare un campanello d’allarme. Il primo passo da compiere per indagare l’eventuale presenza della patologia è eseguire la visita con lo specialista otorinolaringoiatra, che studierà la situazione anche grazie ad alcuni esami specifici. La polisonnografia, ad esempio, è una registrazione del sonno notturno: un tempo si svolgeva tramite ricovero in ospedale, oggi l’esame è più agevole e può essere eseguito a casa, in piena autonomia dal paziente, al quale sarà consegnato un piccolo dispositivo che dovrà tenere con sé durante il sonno, indossando anche un saturimetro al dito ed un dispositivo nasale. Questo metodo – che nel contempo tiene sotto esame anche frequenza cardiaca e respiratoria – permette di valutare il tipo di apnee, esaminare il numero di eventi e distinguere, così, un comune russamento da una patologia 

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Verso l’intervento chirurgico

Per individuare esattamente i siti responsabili dell’apnea si esegue la sleep endoscopy. L’anestesista induce un sonno leggero, la respirazione resta dunque autonoma, permettendo allo specialista di individuare l’ostruzione da correggere chirurgicamente. Fra le numerose tecniche di intervento ricordiamo una delle più innovative, la Barbed Snore Surgery (BSS), attraverso cui si modifica il palato, senza alcun taglio, per non farlo più vibrare, aumentando lo spazio retro-velare e migliorando il russamento e l’apnea. Questo tipo di approccio è generalmente ben tollerato e offre una ripresa abbastanza rapida.

 

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