Fleboterapia Tridimensionale per vene varicose, ne parliamo con il Dott. Scarpa
Abbiamo già parlato con il Dott. Andrea Maria Scarpa, Medico Chirurgo esperto in Medicina Rigenerative ed Estetica, di Vene varicose – che si manifestano come delle macchie scure sulle gambe, in rilievo, e incidono certamente sull’estetica, ma non solo – e capillari dilatati, presentando la Fleboterapia Tridimensionale (T.R.A.P). Intervistato da Qui Salute Magazine lo Specialista approfondisce il trattamento.
Come funziona la Fleboterapia Tridimensionale per l’insufficienza venosa?
«E’ un trattamento di medicina rigenerativa che punta a ripristinare la tonicità delle pareti venose perché il sistema vascolare possa riprendere a funzionare in modo corretto. Ha un effetto conservativo e curativo, mantiene, infatti, intatto il patrimonio venoso e lo cura ripristinandone il calibro e di conseguenza la funzionalità. Le vene non sono obliterate, non sono asportate nè legate, ma curate.
La durata di una seduta è di circa quaranta minuti e consiste nell’iniettare un farmaco rigenerante nei vasi venosi superficiali, tramite micro-aghi. La sostanza iniettata riporta il vaso al suo calibro originale, rendendo da subito evidente la scomparsa delle vene scure e gonfie, riducendo la pesantezza e prevenendo il gonfiore e l’infiammazione».
Quali norme seguire tra una seduta e l’altra?
«Tra una seduta e l’altra devono intercorrere generalmente tre settimane di tempo. Il numero delle sedute dipende ovviamente dalla gravità del quadro. Terminata la seduta, il paziente potrà riprendere le sue normali attività quotidiane. Unica raccomandazione è che al termine delle iniezioni vengano indossate delle calze elastiche contenitive di tipo medicale che garantiscono una elastocompressione progressiva e adeguata dalla pianta del piede sino alla coscia».
Quali sono i risultati?
«Prima di tutto la correzione della ipertensione venosa che si traduce in un miglioramento dei sintomi (pesantezza, gonfiore, crampi notturni) e in una efficace prevenzione delle complicanze della malattia varicosa (flebiti, trombosi, ulcere da stasi, eczemi, etc). Il secondo aspetto, fondamentale, è l’arresto della progressione della malattia che permette di evitare l’insorgenza delle temibili complicanze legate alla stessa. Infine, abbiamo un importante miglioramento dell’aspetto estetico ed il grande vantaggio che complicanze come il matting o le iperpigmentazioni, tipiche di altre terapie, non compaiono praticamente mai».
Quali sono i punti di forza della TRAP?
«Sono tanti, penso ad esempio ai risultati visibili da subito e persistenti nel tempo, alla rapidità del trattamento, alla ripresa immediata della normale attività quotidiana, ai minimi effetti collaterali (ecchimosi), alle pochissime controindicazioni assolute (allergia al farmaco, immobilità forzata, gravi patologie autoimmuni o tumorali, insufficienze epatiche o renali gravi).
Vi è poi un altro aspetto fondamentale da considerare, e cioè che la malattia varicosa è una patologia benigna, non grave, ma cronica. Ciò significa che con le tecniche attualmente a nostra disposizione, possiamo curarla in maniera efficace, arrestarne la progressione, minimizzarne gli inestetismi e prevenirne le complicanze, ma non possiamo guarirla in modo definitivo. Con le sedute di T.R.A.P. siamo in grado di prenderci cura della malattia varicosa dagli stadi più precoci e curarla nel tempo, assicurando al paziente una qualità di vita eccellente, sia dal punto di vista funzionale che estetico».
Quanta importanza ha la prevenzione nella malattia varicosa?
«Come in ogni altra malattia la prevenzione è fondamentale, in termini di stile di vita e di cure adeguate, costanti e tempestive. L’assenza di rilevabili effetti collaterali della fleboterapia e la sua natura curativa ne suggeriscono l’utilizzo non solo nei pazienti con evidenti vene varicose o teleangectasie, ma anche nei soggetti giovani con predisposizione ereditaria alle vene varicose, proprio per prevenire lo sviluppo di problematiche visibili».
Vene varicose, più di un problema estetico. Parla il Dott. Andrea Maria Scarpa