venerdì, Marzo 21, 2025
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Tiroide: diagnosi e cure con l’endocrinologo Alessandro Marugo | QUI Talk

Nel nuovo appuntamento con QUI Talk, intervistato da Ilaria Scaliti, il Prof. Alessandro Marugo, Medico specializzato in Endocrinologia e Malattie del Metabolismo e Responsabile del Centro della Tiroide IRCCS Policlinico San Donato Milanese, ha approfondito il tema delle patologie della tiroide, i sintomi, le diagnosi e le cure disponibili. Un viaggio tra ipotiroidismo, ipertiroidismo, tiroiditi e noduli, per comprendere meglio come questa piccola ghiandola influenzi il nostro benessere.

Le malattie della tiroide: un quadro generale

“Le malattie della tiroide sono essenzialmente legate a un’alterazione della sua funzione”, spiega il Prof. Marugo. “La ghiandola può lavorare troppo, determinando ipertiroidismo, o troppo poco, causando ipotiroidismo. Inoltre, possono insorgere patologie legate alla struttura, come la formazione di noduli o l’aumento di volume della ghiandola, noto come iperplasia. Al contrario, in alcuni casi, la tiroide si atrofizza, come nella tiroidite cronica o di Hashimoto”.

Il professore evidenzia che la maggior parte dei noduli tiroidei (80-85%) sono benigni, mentre nel restante 15% dei casi possono essere sospetti e necessitare di ulteriori approfondimenti.

I sintomi di una tiroide malfunzionante

Quando la tiroide lavora in eccesso, i sintomi principali sono tachicardia, agitazione, tremori, sudorazione e perdita di peso. Al contrario, se la funzione è ridotta, si manifestano stanchezza, affaticamento, ritenzione idrica e aumento di peso. “Nelle donne – aggiunge il Prof. Marugo – possono verificarsi sintomi quali capelli fragili, cute secca e unghie deboli”.

Come si interviene sui noduli tiroidei?

“I noduli sono molto comuni e spesso vengono scoperti durante esami per altre patologie. L’endocrinologo, attraverso l’ecografia, può stabilire il livello di rischio del nodulo. Se presenta caratteristiche sospette, sarà necessario eseguire un agoaspirato tiroideo per determinarne la natura. Se invece appare benigno, sarà sufficiente monitorarlo nel tempo”.

Tiroidite di Hashimoto: cos’è e come affrontarla

La tiroidite di Hashimoto è una malattia autoimmune in cui il sistema immunitario attacca erroneamente la tiroide, compromettendone gradualmente la funzione. “Nelle fasi iniziali è asintomatica, ma quando la tiroide non è più in grado di produrre ormoni a sufficienza, è necessario intervenire sostituendo con il farmaco l’ormone tiroide” chiarisce il Prof. Marugo.

L’agoaspirato: quando è necessario?

“L’agoaspirato tiroideo è l’esame fondamentale per distinguere un nodulo benigno da uno maligno”, afferma l’endocrinologo. “Si esegue in presenza di caratteristiche ecografiche sospette, come noduli scuri, vascolarizzati, con calcificazioni o margini irregolari. Anche una crescita rapida del nodulo o sintomi come difficoltà a deglutire e variazioni della voce possono rendere necessaria questa indagine”.

L’alimentazione può influenzare la tiroide?

“Sì, l’alimentazione gioca un ruolo importante”, conferma il Prof. Marugo. “La tiroide ha bisogno di iodio per funzionare correttamente, quindi è consigliato l’uso di sale iodato e il consumo di alimenti marini, come pesci e frutti di mare. Bisogna invece limitare il consumo di brassicacee (cavoli, broccoli, cavolfiori), ridurre il consumo di soia e i carboidrati semplici (fatti con la farina 00) e prediligere i cereali complessi (integrali).
Inoltre, è fondamentale garantire un adeguato apporto di vitamina D, particolarmente bassa nei pazienti con tiroidite di Hashimoto”.

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