mercoledì, Marzo 19, 2025
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Estate, sole, mare… E prevenzione: come si presenta un neo pericoloso

La pelle è notoriamente l’organo più esteso del nostro corpo. Essa è formata da tre strati: epidermide, derma e ipoderma. L’epidermide, a sua volta, presenta al proprio interno diversi tipi di cellule, suddivisi in melanociti (deputati alla produzione di melanina, un pigmento che protegge dagli effetti dannosi dei raggi solari) e cheratinociti, più numerosi e anche detti cellule squamose. Nel caso in cui la formazione tumorale interessi i melanociti si parlerà di melanoma, mentre qualora fossero interessati i cheratinociti ci si troverà davanti a dei carcinomi (spinocellulari se vengono coinvolte le cellule più esterne e basocellulari in caso di quelle più interne).

Prevenire è sempre la scelta giusta

A maggio è ricorso il mese dedicato alla prevenzione contro il melanoma. Benché, chiaramente, sia bene sottoporsi a controlli e check-up periodici in maniera cadenzata e regolare, con l’arrivo della stagione calda è bene prestare particolare attenzione a questo particolare tipo di tumore maligno della pelle. Esso, infatti, origina dai sopra citati melanociti che, come abbiamo avuto modo di anticipare, sono le cellule che producono la melanina, una sostanza che serve a proteggere il nucleo dei cheratinociti dai danni dei raggi solari (in particolare UVA e UVB).

L’incidenza di questo tipo di tumore negli ultimi anni è in continuo aumento: i soggetti maggiormente a rischio sono quelli con occhi, capelli e pelle chiari, oltre a quelli con molti nei e/o lentiggini. Completano il quadro tutti coloro che abbiano avuto casi di melanoma in famiglia.

Formazione cutanea anomala: ecco cosa fare?

La parola all’esperto: il Dott. Riziero Zamboni

Negli ultimi anni le diagnosi dei tumori della pelle, sia melanomi che carcinomi, si è fatta più accurata. Questo spiega come mai sia aumentato il numero di casi: semplicemente è cresciuto quello complessivo dei controlli e delle diagnosi. «La prima cosa da premettere in questi casi – spiega il Dott. Riziero Zamboni, Dermatologo genovese – è che un neo deve rimanere stabile. Noi dobbiamo preoccuparci quando notiamo la comparsa di una nuova formazione nevica o delle modificazioni di un neo pre-esistente». Ma clinicamente, ad occhio, come si presenta un neo pericoloso?

«Nella stragrande maggioranza dei casi – continua l’espero – ci troviamo davanti una macchia nera, molto scura, che tende ad espandersi e ad aumentare di dimensione. Esistono, inoltre, delle zone cutanee, diverse in base al sesso, dove questa tipologia di nei risulta particolarmente frequente. Nelle donne, ad esempio, l’area cutanea più colpita è statisticamente quella degli arti inferiori, mentre negli uomini le zone maggiormente interessate sono quelle del tronco, con particolare frequenza sulla schiena».

Dimmi che pelle hai e ti dirò come prendertene cura

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