mercoledì, Marzo 19, 2025
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Lifting alle palpebre: blefaroplastica superiore, cos’è e quando è indicato

La regione palpebrale è la prima area del viso ad essere aggredita dai processi legati all’invecchiamento. La parte più colpita è la palpebra superiore, che già verso i 35-40 anni comincia a risentire di questo fenomeno. Diverso discorso, invece, va fatto per la palpebra inferiore, generalmente coinvolta nei processi di invecchiamento più avanti nel tempo.

Ce ne parla il Dott. Franco Lauro, specialista in Chirurgia plastica, estetica e ricostruttiva.

Dott. Franco Lauro, Chirurgo plastico ed estetico – Di cosa mi occupo

In cosa consiste l’intervento di blefaroplastica superiore?

«La blefaroplastica superiore è un intervento semplice, effettuabile in anestesia locale» spiega il Dott. Franco Lauro, estetico e ricostruttivo e Direttore sanitario del Poliambulatorio Agresti di Bologna.

«L’operazione dura circa 35-40 minuti e presenta un decorso molto breve rispetto ad altri interventi di chirurgia plastica ed estetica, comportando altresì pochi lividi e garantendo risultati visibili in circa una settimana».

Esistono controindicazioni o effetti collaterali?

«Non esistono controindicazioni e l’intervento può essere fatto a qualunque età. Nonostante ciò, non va dimenticato che la regione palpebrale è un’area molto delicata. Il principale rischio connesso a questo genere di operazione consiste in un eccesso di esportazione della pelle con conseguente lagoftalmo». Un fenomeno che, come descrive il Dott. Lauro, comporta una «chiusura incompleta della rima palpebrale (sia quando le palpebre vengono chiuse volontariamente che durante il sonno), con conseguenti problemi a parte della cornea e della congiuntiva che, in questo modo, resterebbero scoperte ed esposte all’azione degli agenti esterni».

Dott. Franco Lauro, Chirurgo plastico ed estetico – Percorso accademico e professionale

«Si tratta di una complicazione rara – spiega il Dott. Lauro – e generalmente è legata, per lo più, a un’eventuale inesperienza del chirurgo che non alla complessità dell’intervento in sé. La scelta migliore in questi casi consiste nel non essere troppo aggressivi: meglio, piuttosto, effettuare un ritocco in un secondo momento, nel momento in cui i risultati evidenziano di aver esportato troppo poco tessuto».

Qual è generalmente la prognosi dopo questo tipo di intervento?

«Per quanto riguarda la palpebra superiore – spiega il Dott. Lauro – è bene sottolineare che si tratta di una zona del volto con una buona risposta cicatriziale e che, pertanto, tende a guarire molto bene. L’intervento non comporta comunque cicatrici visibili, dal momento che le incisioni vengono fatte all’interno della plica palpebrale. È possibile, di contro, che possa residuare una cicatrice visibile sotto forma di graffio quando l’occhio è chiuso, ma di norma, anche in questi casi, tende a scomparire entro un anno dall’intervento».

Diverso discorso va fatto, invece, quando si parla di blefaroplastica inferiore: «Le operazioni che coinvolgono la palpebra inferiore prevedono che la cicatrice sia a vista, in quanto il taglio chirurgico viene effettuato circa 2 millimetri al di sotto dell’area interessata. Anche in questo caso, però, la ferita tende a guarire bene e a non lasciare segni evidenti sul lungo periodo».

Esiste un periodo migliore per sottoporsi agli interventi di blefaroplastica?

«Dopo un intervento di blefaroplastica superiore è sconsigliato esporsi al sole nei successivi 3 mesi. Per questa ragione – spiega il Dott. Lauro – sarebbe opportuno sottoporsi a questo genere di operazioni nel periodo compreso tra ottobre e aprile».

Chi può sottoporsi all’intervento e quanto durano i risultati?

«Le pazienti scelgono di ricorrere alla blefaroplastica quando il processo di invecchiamento dell’area diventa visibile, a prescindere dall’età. L’intervento di norma porta risultati che possono perdurare per circa 7-8 anni» racconta ancora Franco Lauro, specialista in Chirurgia plastica, estetica e ricostruttiva. «Una volta trascorso questo lasso di tempo, potrebbe essere necessario un secondo intervento. L’operazione, comunque, contribuisce in maniera ottimale a ritardare i processi di invecchiamento della regione del viso interessata, anche grazie alla presenza di un tessuto cicatriziale che ben risponde a questo genere di operazioni».

«L’intervento può essere effettuato per motivi sia funzionali che estetici» conclude il Dott. Lauro, spiegando che la necessità di un intervento di tipo funzionale si presenta quando si parla di blefarocrasi curativa, un’operazione consigliata alle persone anziane per curare un eccesso di pelle tale da disturbare il campo visivo.

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