Nei corridoi dell’Istituto Gaslini abbiamo intervistato il Dott. Guido Michielon riguardo le due operazioni di Cardiochirurgia congenita affrontate
Due interventi chirurgici complessi, fuori dall’ordinario. Due interventi che hanno ridato la speranza di una vita normale a due persone, un bambino di 6 mesi e un ragazzo di 23 anni.
Entrambe le operazioni sono state magistralmente condotte dal Dott. Guido Michielon, direttore dell’Unità Operativa Complessa di Cardiochirurgia dell’Istituto Pediatrico Gaslini: specialista riconosciuto per la cardiochirurgia congenita nella comunità scientifica, alle spalle conta più di 3200 interventi chirurgici eseguiti a cuore aperto.
Ai microfoni di Qui Salute Magazine, presso il suo studio all’interno dell’Istituto Gaslini di Genova, il Dott. Michielon ha spiegato come sono stati svolti i due interventi chirurgici, le strategie attuate e le prospettive che si aprono.
L’intervento sul bambino di 6 mesi
Il 17 Luglio è stato affrontato con successo l’intervento su un bambino inglese di 6 mesi affetto da cardiopatia congenita complessa. I medici inglesi si erano rifiutati di operarlo ed era stato avviato a un programma di trapianto di cuore. Così la famiglia si è mobilitata per cercare chi potesse curare il figlio, arrivando fino a Genova. Per il piccolo sono stati eseguiti due interventi combinati in un’unica procedura associata a plastica valvolare tricuspide.
“L’intervento di Norwood prevede una procedura stadiata con tre interventi chirurgici: uno eseguito alla nascita, uno intorno ai sei mesi e uno intorno ai tre anni di vita. L’aspetto peculiare della procedura utilizzata in questo caso è stato invece la combinazione del primo e del secondo stadio in un’unica procedura eseguita dopo 7 mesi di vita su questo bambino, associata anche alla plastica di una valvola atrioventricolare” spiega il Dott. Michielon.

L’operazione sul giovane rugbista
La seconda operazione è stata eseguita il 26 Luglio su un giovane rugbista di 23 anni che soffriva di valvola aortica bicuspide con iniziale aortopatia, patologia molto frequente con un’incidenza del 2% sulla popolazione.
In questo caso è stato affrontato un intervento innovativo, il primo Ross-PEARs (PEARs = Personalised External Aortic Root support) in Italia dove, oltre all’intervento di Ross (si contano meno di cento interventi in tutto il mondo), per la prima volta è stata creata una protesi in polietilene con una ricostruzione in 3D personalizzata, realizzata sulla tac dell’arteria polmonare del paziente.
Continua il Dott. Michielon: “L’originalità (del secondo intervento, ndr) sta nel fatto di avere eseguito quello che è comunemente conosciuto come intervento di Ross, che normalmente viene accettato e applicato in età pediatrica, mentre in età adulta è oggetto di notevoli discussioni. Con questa evoluzione che permette il supporto esterno personalizzato con una mesh sintetico prodotto sulla base dell’angioTAC dell’arteria polmonare del paziente – che quindi viene costruito sull’anatomia dell’arteria polmonare – l’intervento di innesto e autoinnesto (o autotrapianto) della radice polmonare in sede aortica, consente la stabilizzazione della radice aortica nel tempo e quindi previene tutte quelle che sono le complicanze secondarie all’intervento di Ross con Bulbo Ectasia”.
I due interventi di cardiochirurgia congenita eseguiti sono esempi tangibili dei successi ottenuti dalla comunità medica nel trattamento di malformazioni cardiache congenite. Grazie all’impegno e alla competenza del Dott. Michielon e della sua équipe, questi interventi hanno offerto speranza per il futuro e una possibilità di vita in salute a giovani pazienti e alle loro famiglie.
L’Istituto Gaslini di Genova continua a essere un punto di riferimento nel campo della cardiochirurgia congenita, dimostrando l’importanza del progresso scientifico e della specializzazione medica per il bene dei pazienti più vulnerabili.
Il Dott. Guido Michielon, un’eccellenza italiana
Formatosi a Padova, ha completato la sua formazione clinica in cardiochirurgia negli Stati Uniti, dove ha trascorso cinque anni lavorando nei più rinomati dipartimenti cardiaci del paese, dalla Mayo Clinic al Boston Children’s Hospital, al Children’s Hospital di Philadelphia, dove ha completato la sua formazione come chief resident con il prof Bill Norwood, inventore dell’intervento universalmente utilizzato per il trattamento stadiato della sindrome del cuore sinistro ipoplasico, noto appunto come intervento di Norwood. In seguito ha lavorato presso l’Ospedale Bambino Gesù di Roma dove ha operato fino al 2012. Dal 2012 al 2015 ha poi lavorato come chirurgo cardiotoracico pediatrico presso l’University Medical Center di Groningen nei Paesi Bassi e dal 2015 si è trasferito presso il Royal Bromton Hospital. Dove è stato responsabile del programma di cardiochirurgia neonatale in consorzio con l’Evelina Hospital di Londra. È stato responsabile presso il Guy’s and St. Thomas della Cardiochirurgia pediatrica e neonatale, responsabile del programma per il trattamento del cuore sinistro ipoplasico, attualmente la frontiera più avanzata della cardiochirurgia neonatale.