sabato, Aprile 26, 2025
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World Hepatitis Day: il 95% delle persone affette da epatite ancora non lo sa

Il 28 luglio di ogni anno si celebra in tutto il mondo il World Hepatitis Day, la Giornata mondiale dell’epatite.

Istituita dall’Organizzazione Mondiale della Sanità (OMS) nel giorno della nascita di Baruch Blumberg (28 luglio 1925 – 2011), il biochimico statunitense insignito del premio Nobel per aver scoperto nel 1967 il virus dell’epatite B e sviluppato il primo vaccino, tale Giornata rappresenta l’occasione per accendere i riflettori e diffondere informazioni sulle epatiti, che si stima colpiscano oggi nel mondo circa 400 milioni di persone, con una consistente percentuale di soggetti ignari di avere contratto l’infezione.

I dati

Questa giornata costituisce un’ulteriore importante occasione per riflettere e, soprattutto, per diffondere informazioni su una patologia ancora oggi largamente sconosciuta.

Sebbene le stime parlino di circa 400 milioni di persone nel mondo colpite da epatite, pare che la percentuale dei soggetti ignari di aver contratto l’infezione raggiunga addirittura il 95%. La conoscenza è, dunque, premessa imprescindibile per attuare strategie di contrasto efficaci. Proprio da qui viene lo slogan lanciato dall’OMS per accompagnare questa giornata: “Conosci l’Epatite. Agisci adesso”.

La patologia

Per epatite virale si fa riferimento ad un gruppo di malattie infettive causate da cinque diversi virus (A, B, C, D e E), che si manifestano come un’infiammazione del fegato e le cui conseguenze possono essere anche gravi, come la cirrosi, la fibrosi e il cancro. Nella maggior parte dei casi le epatiti sono di origine virale, ma il contagio può avvenire anche a causa di malattie autoimmuni, per via sessuale, attraverso sangue infetto o per l’abuso di alcool e sostanze stupefacenti.

L’OMS stima che ogni anno 1,45 milioni di persone muoiano di epatite B e C, la cui insorgenza è associata nell’80% dei casi a conseguenze gravi. Su questi due virus in particolare, l’OMS intende richiamare l’attenzione di Governi e società civile, affinché si attivino per diffondere una maggiore conoscenza sulla malattia e adottare misure preventive, come lo screening per accertare qualità e sicurezza del sangue e degli emocomponenti utilizzati nelle trasfusione, efficaci e immediate, aumentando così l’accesso ai test diagnostici e facilitando, per i malati, quello ai trattamenti.

Un vaccino antiepatite B è da tempo disponibile e, a partire dal 2014, 184 paesi hanno deciso di includerlo nei loro programmi di vaccinazione. La percentuale dei bambini che ad oggi lo ha ricevuto è salita all’82%. Si tratta di dati incoraggianti se si pensa che i paesi aderenti alla deliberazione con cui, nel 1992, l’Assemblea Mondiale della Sanità raccomandava questa vaccinazione furono appena 31.

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